lunedì 21 dicembre 2020

STORIE, LEGGENDE E ANEDDOTI SUL VINO

 TEROLDEGO 

"SANGUE DI DRAGO"


Buon bere a chi legge!

Raccontare il Vino non è solo riferito al suo nome o come è nato, ma può essere un qualsiasi altro particolare. La forma della bottiglia, chiedendosi perchè ha quella forma?,  l'etichetta rappresenta un viso, un luogo, perchè? dov'è? chi è?. 

Quante volte è capitato di essere invitati a cena da amici, conoscenti o di avere ospiti. Si crea un clima piacevole, di convivialità. Alimentare quest'aria carica di emotività, di allegria e di  condivisione di emozioni, è importante!. Per non spegnere o affievolire questa aurea emozionale, che si è venuta a creare, si potrebbe al momento di aprire il Vino, accompagnarlo raccontandone un aneddoto, una storia o una leggenda che lo lega alle sue origini, al suo territorio. Riuscire a coinvolgere le menti dei vostri interlocutori, portandoli in un viaggio di fantasia o parziale realtà, vi garantirà un loro piacevole plauso.

Ci troviamo nella Piana Rotaliana, pianura circondata su tre lati da pareti rocciose che proteggono dai venti freddi, racchiusa tra i fiumi Adige e Noce



Dovete sapere che il vino Teroldego è conosciuto con l'appellativo di " Sangue di Drago". Lo si può definire un " vino fiero come un cavaliere antico e generoso come la terra da cui ha origine". 



Si racconta che sul Monte Mezzocorona, al di sopra del Castello di San Gottardo, i cui resti sono ancora visibili oggi,  vi fosse una grande caverna. 



Un giorno un Basilisco, un drago simile ad un enorme serpente con il corpo ricoperto da scaglie ossee, si vide volare grazie alle sue robuste ali in direzione della caverna.
Al mattino si svegliò ed iniziò ad aver fame. Si alzò in volo e vide un contadino che lavorava con un grosso aratro trainato da due buoi. In un attimo gli fu addosso e divorò il contadino, l' aratro ed i buoi. Sazio e soddisfatto fece ritorno verso la caverna per riposare.  Per diversi giorni il grosso drago continuò ad imperversare sulle comunità della Piana di Mezzocorona. Spaventati ed esausti chiesero aiuto al Conte Ugo Firmian, della famiglia dei Mezzocorona. Questi accettò, ma come fare?. Non era certamente un impresa facile, serviva la forza e la fierezza dimostrata da San Giorgio.
L'indomani mattina chiese alla popolazione di portargli un secchio di latte ed un grande specchio. 
La perplessità si diffuse tra la gente, ma lo accontentarono, anche perchè non avevano alternative.
Il Conte Firmian,  armato di lancia e spada, si incamminò verso la caverna. Giuntovi vide il grosso Drago, che era assorto in un profondo sonno. Pose il secchio del latte ben visibile in prossimità dell'ingresso della caverna, ed accostò ad una delle pareti il grosso specchio.

Al suo risveglio il Drago vide il secchio del latte e con scrupolosa attenzione gli si avvicinò. Una volta annusato ed incuriosito lo assaggiò, fino a berselo tutto. Quando ebbe terminato alzò lo sguardo è vide la sua immagine riflessa nello specchio. Credendo di avere di fronte a se un suo simile, iniziò a saltare dalla gioia, ancora più accentuata nel vedere che anche l'altro faceva i suoi medesimi movimenti.
Il Conte approfittò della distrazione del Drago, per infierirgli un fendente fra le scaglie, colpendolo mortalmente al cuore. Il Conte  a dimostrazione del suo eroismo, si mostrò alla popolazione fuori dalla caverna tenendo sulla propria lancia la testa del Drago, che aveva tagliato per ottenerne un trofeo.

La popolazione festante, si diresse verso la caverna per portare in trionfo il Cavaliere ed il corpo esanime del Drago. Scendendo nella piana gocce di veleno colarono dalla testa del Drago, che penetrarono nell'armatura del Conte, bruciandolo fino a ridurlo in cenere. Insieme al veleno il Drago perse del sangue. Da questo sangue nacquero le viti del Teroldego!!

Buon bere a chi legge!!!






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