giovedì 25 febbraio 2021

STORIE DEI GRANDI ENOLOGI

 

ALBERTO ANTONINI



Buon bere a chi legge!!

E’ nato a Cerreto Guidi nella provincia di Firenze il 10 giugno del 1959, winemaker ed enologo di fama internazionale.

Laureato in scienze agraria all’Università di Firenze , con una tesi sui vitigni autoctoni in via di estinzione. La sua formazione accademica continua all’Università di Bordeaux in Francia e all’ Università di Davis in California.

Considerato tra gli enologi più influenti ed esperti, tra coloro che hanno cambiato il mondo del vino, ha collaborato con le maggiori aziende vitivinicole italiane e nel mondo.

Le sue collaborazioni vanno da Frescobaldi, Tenuta Col d’Orcia e Marchesi Antinori in Italia, consulente da Castello de Bossi a Poggio Landi, da Cantine Settesoli a Dievole da Concha Y Toro a Garzòn.

Il suo processo di produzione si basa sulla definizione che dietro ai vitigni più belli e longevi c’è il lavoro dei contadini, perché la viticoltura per riuscire ad affrontare le sfide del presente e del futuro deve guardare al passato e raccogliere tutte quelle conoscenze che oggi molti credono superate.

Il suo concetto di viticoltura è studiare, esaminare e conoscere profondamente il territorio, il clima e le persone che vivono quella realtà, quindi far nascere vini esclusivamente da vitigni autoctoni e ritrovare nel calice radici, tradizioni e sapori. Inoltre è contrario all’uso della barrique che considera invasiva perché annichilisce l’autenticità del vino, in quanto fa perdere al vino energia e vitalità.

venerdì 19 febbraio 2021

PARLIAMO DI CANTINE....

 

TENUTA BONOTTO DELLE TEZZE


Buon bere a chi legge!

Siamo a Tezze di Vazzola (TV) un piccolo fazzoletto di territorio a nord est di Treviso. Qui trova il suo luogo naturale la “Cantina Bonotto”, costituita da una Barchessa a due piani.

Entrando nella Tenuta attraversiamo un cortivo tipico della campagna trevigiana del XVI° sec..

Sul loro sito troviamo una scritta che riassume la forza, le radici ed il legame che questa famiglia ha con il territorio.

UNA FAMIGLIA, UNA CANTINA, UN PAESE CON SECOLI DI STORIA E RICORDI ALLE SPALLE”

La cantina è strutturata su due piani. Il piano superiore è un fruttaio per l’appassimento delle uve. 

Al piano terra troviamo due sale dove possiamo vedere vecchi tini per l’affinamento.

Accanto troviamo una cantina moderna dove vinificare ed affinare il vino nel massimo delle potenzialità sia pere la qualità dell’uva che della tecnologia.

Oggi la tradizione viene condotta con passione e competenza dalla 17^ generazione, rappresentata da Antonio e dalla moglie Vittoria, che sono sempre attenti e pronti ad accoglierci ed accompagnarci in un viaggio tra storia, tradizione e grandi vini per qualità e caratteristiche.

Alcuni dei vini che posiamo trovare sono:

  • IL PIAVE MALANOTTE DOCG

        Raboso Piave e uva appassita fino al 30%, invecchiato in botti di rovere di Slavonia e botti per 3            anni;

  • IL PODESTA’

    Raboso Piave 100%, invecchiato in botti di rovere di Slavonia e botti per 3 anni;

  • BARBANE DOC PIAVE

    Carmenere 100%, invecchiato in botti di rovere francesi e botti rovere di Slavonia;

  • MERLOT SPEZZA DOC PIAVE

    Merlot 100%, invecchiato in botti di rovere francesi;

  • MANZONI BIANCO

    Manzoni Bianco 100%

  • PINOT GRIGIO MONTESSANTO

    Pinot grigio 100%.


sito: https://www.bonottodelletezze.it/

Via Duca d’Aosta 36

Tezze di Piave – Vazzola (TV)

info@bonottodelletezze.it




lunedì 15 febbraio 2021

FORMAGGI IN CUCINA...

 FRICO


Il Frico è una pietanza Friulana a base di patate e formaggio.

Ingredienti:

  • 500 gr di Montasio;
  • 500 gr. di patate;
  • e.v.o., sale e pepe q.b.
Procedimento:

Lavare e pelare le patate. Con una grattugia  a fori larghi grattugiate le patate e successivamente il Montasio.

In una padella antiaderente versato l'olio di oliva, scaldatelo e versate le patate cucinandole per circa 10-15 minuti. Una volta che le patate risulteranno morbide aggiungete il formaggio, il sale ed il pepe e continuate la cottura a fiamma bassa.

Amalgamate bene il tutto ed una volta che il Montasio si sarà sciolto completamente,  si deve alzare la fiamma in modo che si venga a formare una crosticina simile a quella di una frittata. Con l'aiuto di un coperchio o di un piatto dobbiamo rivoltare il tutto per permettere che si ripeta la crosticina sull'altro lato del Frico.

Ora prendiamo un bel piatto e Buon appetito!!






venerdì 12 febbraio 2021

LE DONNE DEL VINO

 CAMILLA LUNELLI


" Donne forti come un uragano, tenaci e determinate. 
Donne che devono sempre lottare per riuscire ad emergere, che non si fermano davanti a niente!. 
Donne che riescono sempre a fare la differenza!!"

Buon bere a chi legge!!!

Nei vigneti di montagna del Trentino nasce il Vino di questa prestigiosa realtà le Cantine Ferrari.

La famiglia Lunelli  con serietà, determinazione e capacità guidano questa azienda giunta alla terza generazione dal 1952, dopo che il fondatore Giulio Ferrari non avendo figli cercando un successore scelse Bruno LUNETTI titolare di un enoteca a Trento.

Camilla LUNELLI oggi è al timone con il fratello Alessandro, e i cugini Marcello e Matteo dell'azienda. 

Il suo percorso non è stato da sempre legato al mondo del vino. Dopo la laurea in Bocconi con 110 e lode, intraprese alcune esperienze lavorative a Parigi e New York. Successivamente si prese una pausa di riflessione personale dedicandosi per tre anni al Volontariato in Niger ed Uganda.

Nel 2004 decide di fare ritorno in Italia e di intraprendere il percorso di tradizione imprenditoriale famigliare alla guida dell' azienda. 

Ha conseguito diversi riconoscimenti personali come nel 2011 il Premio Bellisario riconoscendola tra i "giovani artefici dell'eccellenza italiana nel mondo".

Nel 2021 la guida " I 100 migliori vini e vignaioli d'Italia 2021" le riconosce il titolo di " Vignaiola dell'anno"

L'amore è la passione per il suo lavoro lo riassume lei stessa ....
" Ogni giorno è intenso e ricco di novità".



mercoledì 10 febbraio 2021

CENNI DI VITICOLTURA...

 LE MALATTIE DELLA VITE


La Vite è una pianta meravigliosa che ci regala grandi emozioni per i nostri sensi, ma è altrettanto delicata e soggetta all'attacco di numerosi nemici. Questi possono essere di tipo atmosferico come la grandine e le gelate, ma subisce attacchi da parassiti vegetali e parassiti animali.

I principali parassiti animali  che cercano di attaccare la salute della Vite sono:
  • Fillossera la più terribile, colei che ha causato la quasi totale distruzione del patrimonio viticolo in Italia e nel mondo. Per combattere e vincere questo temibile insetto, che si nutre delle radici della vite, è stato impiegato l'innesto della vite europea su portainnesto di vite americana, in quanto la parte radicale di quest'ultima e resistente alla fillossera;
  • Tignola o Tignoletta sono delle farfalle (lepidotteri) molto temute per la loro grande voracità e la capacità di riprodursi;
  • Cicaline è un insetto che causa la Flavescenza dorata, che si presenta sui tralci, sui grappoli e sulle foglie;
  • Cocciniglia cotonosa è un insetto che produce un filamento di cera che ricopre il suo corpo ed estrae la linfa dalla pianta causandone l'arresto della crescita, l'ingiallimento e la deformazione delle foglie;
  • Ragnetti sono dei piccoli ragni di color rosso o giallo, vivono sulle foglie ed hanno dimensioni piccolissime 0,4 mm per le femmine ed ancora più piccoli i maschi;
  • Erinosi è un acaro che provoco lievi danni, si manifesta con la comparsa sulle foglie di bolle;
  • Marciume caldo è causato da lieviti che sono generati da moscerini e colpiscono i grappoli incidendo la buccia degli acini per depositare le uova;
  • Virosi è causata da virus e si manifesta con l'accartocciamento delle foglie.
I principali parassiti vegetali che colpiscono la vite sono:
  • Oidio è un fungo che si presenta procurando una muffa bianca che si deposita sulle foglie;
  • Peronosfera è una muffa che colpisce foglie, grappoli, acini e tralci;
  • Muffa grigia o Marciume grigio (Botrytis Cenerea) è una fungo parassita ed è una delle malattie più pericolose per la vite, ma tanto è dannosa quanto può regalare dei vini fantastici in quanto fa aumentare la concentrazione in composti aromatici del vino;
  • Escoriosi un fungo che si presenta quando si presentano troppe piogge primaverili;
  • Mal dell'esca è un fungo che colpisce i vasi linfatici ed il legno della pianta;
  • Marciume radicale è un fungo che attacca le radici della pianta;
  • Eutipiosi è un fungo che porta alla morte la pianta in 3-4 anni, si manifesta con la deformazione e l'indebolimento delle foglie e dei germogli.


lunedì 8 febbraio 2021

LE MIE DEGUSTAZIONI.....

MONTEFALCO SAGRANTINO 

D.O.C.G.

Cantina BENINCASA


Buon bere a chi legge!

La Cantina BENINCASA fondata nel 1964 nel comune di Bevagna, in località Capro, presenta i suoi vigneti sulle colline assolate della zona di Montefalco, terra di origine del vino che vi presento oggi.

Siamo in Umbria, terra meravigliosa che ci regala scorci naturali da restare a bocca aperta, luoghi incantati dove la storia ci accarezza l'udito, la gastronomia ovunque ci permette di assaporare gustose prelibatezze che ci appagano il palato, ed i suoi vini sono degni compagni di tutto questo contesto.

Il Montefalco Sagrantino Docg di questa meravigliosa Cantina, viene prodotto da un vitigno autoctono unico e meraviglioso come il Sagrantino. Il tempo che trascorre dalla vendemmia alla messa sul mercato è distribuito in 20 giorni di macerazione e 18 mesi in barriques.

Versato nel calice possiamo notarne la limpidezza data dall'assenza di particelle in sospensione, l' impenetrabilità dovuta dall'intensità del color rosso rubino tendente al granato oltre a presentarsi nel calice denso alla prova della fluidità.

Al naso è intenso, schietto e fine per l'assenza di difetti olfattivi ed elegante, si possono percepire sentori di violetta, frutta matura come ribes nero, ciliegia, prugna, tabacco, spezie potendolo definire  complesso.

Portato il calice alla bocca si presenta strutturato, alcolico ( 15,5%), avvolgente, secco, con un acidità percepibile, sapido, tannico ed equilibrato.

Le sensazioni retro olfattive sono intense e persistenti. Il vino ha sicuramente margini di evoluzione.

Abbinamento con cacciagione e formaggi stagionati.
 
 













 

venerdì 5 febbraio 2021

RACCONTIAMO I NOSTRI VITIGNI AUTOCTONI-......

 DINDARELLA


" I vitigni autoctoni sono in grado di leggere in profondità il loro ambiente naturale, trasmettendo al vino un'identità territoriale e storica"

Buon bere a chi legge!

Siamo nella provincia di Verona , nella Valpolicella è un vitigno a bacca rossa, si presta molto bene all'appassimento, in quanto è soggetto nei periodi sfavorevoli al fenomeno della colatura floreale, quando il fiore della vite non viene fecondato e cade dopo la sua apertura, danno origine a grappoli che risultano diradati o "pelati".

E' un vitigno capace di produrre un vino d'annata gradevole, ma non è un vitigno diffuso sul territorio anche se si stà provando a reinserirlo.

Viene utilizzato nei disciplinari delle D.O.C.  Garda Orientale e Valdadige.

Il vino che possiamo ottenere è leggero, con un colore tenue ovvero scarico, delicato, fragrante con una discreta aromaticità ideale per farne un Rosè. Le sue uve appassite possono essere utilizzate per la produzione dell'Amarone e per le sue caratteristiche aromatiche lo si può utilizzare per il Recioto della Valpolicella.



lunedì 1 febbraio 2021

I LIBRI CI PARLANO DEL VINO.......

VINO

Il romanzo segreto 

di

Roberto Cipresso

con Alessandro ZALTRON

Edizione Piemme


Buon bere a chi legge!!!

Non occorre la macchina del tempo per catapultarsi in un periodo remoto: è sufficiente una pozione magica fatta di acini spremuti. Grazie al vino, epoche storiche lontane rivivono. Rivivono le strade sterrate percorse da banditi a cavallo, i primi libri stampati, i personaggi del Decameron, e a ritroso i baccanali dell'antica Roma, il vino delle nozze di Cana e quello del dio egizio Osiris, fino alla vite di Noè che ha piantato dopo essere scampato al diluvio.
Roberto Cipresso, winemaker di fama mondiale, chiama vini d'emozione quelli che a ogni sorso raccontano una storia. e lui, come un cacciatori di tesori, ha solcato terre e mari, scavalcato muri di giardini abbandonati, si è addentrato nelle grotte sul monte Ararat, per cercare le viti più antiche, quelle dimenticate. i terreni meno battuti dai viticoltori, per riportare in vita vini che sono la quintaessenza di storia umana e natura. E' un viaggio attraverso io vino, un romanzo in cui si intrecciano passione, sapere, esperienze, opinioni schiette, strade da abbandonare ed altre da imboccare. 

Roberto Cipresso originario di Bassano del Grappa, inizia la carriera di winemaker a Montalcino nel 1987; nel 1999 fonda Winemaking il gruppo di consulenza agronomica ed enologica. 
Ha collaborato con importanti aziende vinicole straniere. nel 2006 viene nominato " Miglior Enologo Italiano" nell'ambito della manifestazione. " Oscar del Vino".

Nel 2007 riceve il Premio Luigi Veronelli come " Miglior Scrittore Italiano di Enogastronomia". Nel 2009 Wine&Spirits proclama la Bodega Achaval-Ferrer da lui curata "Migliore Cantina del Mondo".

Nel 2015 è celebrato i 10 migliori enologi del Cult Oenologist del Merano Wine Festival.

Nel 2016 dà vita, con il fratello Gianfranco, al progetto Parallelo 43, per la produzione dei vini da vitigni autoctoni coltivati lungo il medesimo parallelo , che idealmente per l'autore rappresenta l'eccellenza dei vini dell'area del Mediterraneo, e sui due mari opposti, Tirreno e adriatico. 




venerdì 29 gennaio 2021

STORIE, LEGGENDE E ANEDDOTI SUL VINO....

 LA LEGGENDA  DEL VITIGNO ERBALUCE


Buon bere a chi legge!

Vado a narrare questa leggenda che ci racconta la storia di un meraviglioso vitigno l' Erbaluce.

Siamo in Piemonte sulle colline (Bric) Moreniche attorno a Caluso.
Un tempo le colline liberate dai ghiacciai erano abitate dalle ninfee dei laghi, dei boschi e delle sorgenti e venerate insieme al Sole, Luna, Stelle e Venti.

Alba, una delle nifee, era solita riposare sulle rive dei ruscelli. Un giorno, complici le nubi, le apparve di nascosto il Sole, che fu rapito dalla sua bellezza e se nè innamorò. Ma potersi incontrare risultava difficile perchè il tempo non consentiva al Sole di apparire se non quando l' Alba non c'era già più. Era un continuo inseguirsi, carico di ansia e trepidazione ed era un tormento per l'animo di tutti.

Fu la Luna, sorella del Sole, che decise di non lasciare il cielo ma di interporsi sul cammino del Sole in modo che questi potesse raggiungere nascosto la terra ed incontrare l' amata Alba.

Bastò quel dolce e breve incontro per dare vita ad Albaluce, una meravigliosa ninfea, dagli occhi color del cielo, pelle di rugiada e capelli splendenti come raggi di sole.

Le popolazioni della zona, venuti a conoscenza della nuova nascita e della sua meravigliosa bellezza, accorsero ogni anno offrendo alla giovane ninfea i doni della terra e del lago. Si faceva festa, si scambiavano le merci e si rendeva omaggio a Lei, che veleggiava sul lago condotta da cigni bianchi.

Un giorno arrivò la Regina Ippa, al comando di numerose tribù. Decise che bisognava coltivare la terra perchè il lago non dava frutti sufficienti per sfamare le genti. Iniziarono a scavare un grande canale per fare defluire le acque del lago e recuperare terre da coltivare. Ma non riuscirono a controllare quella ingente mole di acqua, che con tutta la sua forza travolse i villaggi portando distruzione e morte.

Albaluce distrutta dal dolore per quanto accaduto, pianse così tanto che le sue lacrime bagnarono i rovi e gli arbusti delle colline, trasformandosi in lunghi tralci, ricchi di dorati grappoli di succossa uva bianca che prese il nome di " Erbaluce ".

mercoledì 27 gennaio 2021

LE MIE DEGUSTAZIONI.....

 HURLO

Rosso Veneto 

I.G.P.




Buon bere a chi legge!

Signori oggi ho il piacere di poter scrivere di un vino che possiamo definire uno spettacolo per l'occhio, un estasi per il naso, sublime per il palato è "un'opera d'arte che rappresenta la libertà creativa e di espressione".

Viene prodotto grazie alla passione, competenza e voglia di scoprire cosa sia possibile realizzare se ci si spinge oltre al semplice voler fare un buon vino. Siamo nell'Azienda Garbole tra la marogne della Valle d'Illasi, nel comune di Tregnano in provincia di Verona.

I fratelli Filippo ed Ettore Finetto iniziamo questo percorso nel 1994, da neofiti ma carichi di una forte volontà di voler conoscere, imparare e scoprire abbandonando la loro realtà precedente.

Il  nome di questo Vino è esattamente la sensazione che ti trasmette al momento dell'assaggio. 
"HURLO" un vino ottenuto dall'appassimento di uva Corvina Veronese ed altre 4 uve autoctone veronesi che sono la Saccola, Pontedarola, Negrara e Segreta. Questa ricerca sul territorio di riscoprire  vitigni autoctoni abbandonati nel tempo gli conferisce maggiore ricchezza ed unicità.

Altra caratteristica tipica dei grandi vini e sinonimo di qualità è data dalla produzione in edizioni  limitate, solo nelle annate migliori. Le bottiglie sono numerate ed accompagnate da certificato di autenticità.

Le uve sono raccolte a mano, selezionando i grappoli migliori, messe a riposo in cassette da 4-5 kg, collocate nel fruttaio dove vengono lasciate riposare per 4 mesi di appassimento. Fermentazioni in acciaio a temperature controllate, affinamento in botti di rovere nuove, per almeno 60 mesi.

Osservandolo notiamo un vino limpido, impenetrabile dato il colore rosso granato intenso, denso nel calice. Al naso si presenta penetrante e spiccato, privo di anomalie olfattive e di grande eleganza che lo distingue. Troviamo sentori di fiori rossi profumati, frutta matura, ciliegia, mora, prugna, confettura, mandorla, lievi sentori balsamici, vaniglia, cioccolato, caffè, liquirizia, speziato con sentori di pepe. Un vino che denota una presenza di componenti odorose di origine diversa pertanto lo definirei complesso. L'esame tanto atteso quello gustativo ci inebria ed emoziona presentandoci un corpo di grande consistenza, robusto, alcolico (15,5%), pastoso, secco, una buona freschezza, sapido, tannico.
Le sensazioni retro olfattive sono molto intense, di grande eleganza ed un fin di bocca molto persistente è un vino che può crescere nel tempo senza dargli nessun limite. 

Un grande vino!!! Grazie per avermi regalato l'emozione di averti potuto conoscere...alla prossima spero...




lunedì 25 gennaio 2021

ENOLOGIA CENNI SUI DIFETTI E MALATTIE DEL VINO

 DIFETTI E MALATTIE DEL VINO


Buon bere a chi legge!!

I difetti del vino si possono identificare con l'intorpidimento o depositi, dovuti alla presenza di microorganismi indesiderati. I motivi che danno origine all'intorpedimento si presentano fin dalla fermentazione del mosto perchè l'alcol che si forma non riesce a sciogliere i sali presenti. Atre cause possono essere la presenza di ferro e rame, che rendono il vino rosso più scuro, nero e violaceo ed i vini bianchi diventano biancastri formando un deposito grigio. Quest'ultimi problemi sono stati risolti con l'utilizzo di acciaio inox.

DIFETTI DEL VINO

Quando ci si appresta ad avvicinare il calice al naso per apprezzare i profumi del vino, a volte ci troviamo difronte a spiacevoli sorprese.
I difetti del vino:
  • Odore di muffa causata da botti poco pulite o dalla muffa presente sull'uva;
  • Odore di terra presente nei vini prodotti con uve colpite sia da Botrite, dalle muffe di Penicellium expansum e da Streptomyces;
  • Odore di vinaccia quando si lascia per troppo tempo il vino a contatto con le vinacce;
  • Odore di tappo dovuto al TCA ( 2-4-6- Tricloroanisolo) il difetto più conosciuto;
  • Odore di zolfo eccessiva presenza di anidride carbonica;
  • Brett-flavour si può presentare nei vini vecchi rilasciando odori di stalla, cavallo, sudore e cuoio bagnato dovuti, probabilmente, a scarsa cura delle cantine;
  • Odore di feccia eccessivo contatto con le fecce, si presenta con sentori di uova marce e muffa;
  • Odore di legno causato da botti non ben pulite;
  • Odore di ridotto sentore di uova marce.
MALATTIE DEL VINO

Si presentano nei vini poco alcolici, poco tannici, poco acidi e vini che mantengono un resoduo zuccherino.

Le malattie del vino si suddividono in due categorie:
  • AEROBICHE causate da microrganismi che vivono in ambiente areato ( fioretta, spunto e acescenza);
  • ANAEROBICHE causate da microrganismi che si sviluppano in ambiente privo di aria ( Amarore, filante, girato e agrodolce).
Le malattie sono:
  • Girato quando i batteri lattici, attaccando l'acido tartarico, producono acido acetico e lattico liberando anidride carbonica e quindi rendendolo leggermente effervescente, rendendo il vino torbido e con odore pungente;
  • Fioretta causata da un lievito che imbevuto di vino forma dei fiorellini bianchi e rosa;
  • Spunto e acescenza un sottile film viscoso che si forma sulla superficie del vino. Si verifica in vini con poca gradazione alcolica, poco tannici e con poca acidità fissa. 
Si definisce "SPUNTO" se l'ossidazione è appena iniziata e si risolve con la rifermentazione del vino aggiungendo vinaccia fresca e anidride carbonica;

Si definisce " ACESCENZA" perchè il vino ha un forte odore di aceto e non è risolvibile.

  • Filante che conferisce al vino una viscosità simile a quella dell'olio. Malattia più legata ai vini bianchi conservati ad alte temperature.
  • Agrodolce causata da batteri lattici, batteri che si formano quando la fermentazione è fatta a temperature che superano i 37°C, inibendo i lieviti e quindi lo zucchero si trasforma in acido acetico, lattico e anidride carbonica rendendo il vino agrodolce.




Parte 2: I Vitigni del Piemonte - Bacca Rossa e Bacca Bianca

  Il Piemonte, culla di tradizione vinicola, è ricco di vitigni autoctoni e internazionali, che contribuiscono alla produzione di alcuni dei...