venerdì 29 gennaio 2021

STORIE, LEGGENDE E ANEDDOTI SUL VINO....

 LA LEGGENDA  DEL VITIGNO ERBALUCE


Buon bere a chi legge!

Vado a narrare questa leggenda che ci racconta la storia di un meraviglioso vitigno l' Erbaluce.

Siamo in Piemonte sulle colline (Bric) Moreniche attorno a Caluso.
Un tempo le colline liberate dai ghiacciai erano abitate dalle ninfee dei laghi, dei boschi e delle sorgenti e venerate insieme al Sole, Luna, Stelle e Venti.

Alba, una delle nifee, era solita riposare sulle rive dei ruscelli. Un giorno, complici le nubi, le apparve di nascosto il Sole, che fu rapito dalla sua bellezza e se nè innamorò. Ma potersi incontrare risultava difficile perchè il tempo non consentiva al Sole di apparire se non quando l' Alba non c'era già più. Era un continuo inseguirsi, carico di ansia e trepidazione ed era un tormento per l'animo di tutti.

Fu la Luna, sorella del Sole, che decise di non lasciare il cielo ma di interporsi sul cammino del Sole in modo che questi potesse raggiungere nascosto la terra ed incontrare l' amata Alba.

Bastò quel dolce e breve incontro per dare vita ad Albaluce, una meravigliosa ninfea, dagli occhi color del cielo, pelle di rugiada e capelli splendenti come raggi di sole.

Le popolazioni della zona, venuti a conoscenza della nuova nascita e della sua meravigliosa bellezza, accorsero ogni anno offrendo alla giovane ninfea i doni della terra e del lago. Si faceva festa, si scambiavano le merci e si rendeva omaggio a Lei, che veleggiava sul lago condotta da cigni bianchi.

Un giorno arrivò la Regina Ippa, al comando di numerose tribù. Decise che bisognava coltivare la terra perchè il lago non dava frutti sufficienti per sfamare le genti. Iniziarono a scavare un grande canale per fare defluire le acque del lago e recuperare terre da coltivare. Ma non riuscirono a controllare quella ingente mole di acqua, che con tutta la sua forza travolse i villaggi portando distruzione e morte.

Albaluce distrutta dal dolore per quanto accaduto, pianse così tanto che le sue lacrime bagnarono i rovi e gli arbusti delle colline, trasformandosi in lunghi tralci, ricchi di dorati grappoli di succossa uva bianca che prese il nome di " Erbaluce ".

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