GIORGIO GRAI
"Un costruttore di vini così grandi da doversi inginocchiare al cospetto di un suo Pinot Bianco"
affermazione di Andrej Tschelistcheff, padre della viticoltura californiana
Buon bere a chi legge!!
Uno dei più grandi Enologi Italiani di sempre, un personaggio di caratura internazionale, considerato il Re dei vini Bianchi, definito uno dei migliori "Nasi del Mondo".
Nasce a Bolzano nel 1930 nell'albergo di famiglia il "ROMA" nella camera n. 43. Si definiva un italiano tra i tedeschi e un tedesco tra gli italiani.
Fin da bambino si appassiona alla cucina e un passo alla volta ne apprende i segreti. Inizia gli studi in agricoltura specializzandosi in viticoltura ed enologia, diventate in seguito le sue passioni.
Il padre aveva una personalità molto complessa e bizzarra era scultore e pittore, alla fine della prima guerra mondiale fu costretto a cambiare il cognome da Krainz a Grai, ed è da lui che il figlio ha ereditato il piacere verso le cose belle dell'arte e della vita.
Grai ha girato il mondo, ha vissuto in Inghilterra, Germania e Svizzera lavorando presso alcuni tra i più prestigiosi ristoranti, dove ha imparato a conoscere il vino più che alla scuola di enologia.
Personalità forte ed autorevole, non ha mai omesso la sua opinione neanche di fronte a Chef di fama internazionale, grandi produttori di vini o personalità accademiche che gli chiedevano un autorevole parere. Per tutto questo era contemporaneamente odiato, riverito, acclamato e amato, faceva nascere invidia in alcuni suoi interlocutori, è l'insieme di queste emozioni che il suo modo di essere generava, gli procurava un enorme piacere. A dimostrazione del suo carattere schietto e diretto, Mario Soldati nel suo famoso libro "Vino al Vino", descrive uno scontro verbale avuto con Giorgio Grai in occasione del "Congresso Vitivinicolo di Firenze", dove Soldati asserì che amava prediligere i cosi detti vini senza etichetta, quei vini che non venivano prodotti dai Consorzi o dalle Cantine sociali. Su questa affermazione Grai lo accusò di avere dei pregiudizi.
Aveva due passioni, al primo posto c'era l'enologia, al secondo il mondo dei motori. E' stato un pilota professionista negli anni '60-'70 correndo per la Lamborghini, partecipando a diverse competizioni come il Rally dei Fiori, Rally dell'Elba, dei Colli Orientali, di Sardegna, al Rally d'Italia, al Semperit ( Austria), al Rally di Montecarlo correndo per alcune scuderie venete come la San martino, la San Marco di Venezia e la Palladio di Vicenza.
La sua carriera nel mondo del vino inizia nel suo wine bar "Edy Bar" a Bolzano. Entrò nella Associazione Enotecnici dove arrivò a ricoprire il ruolo di Vice Presidente e divenne Vice presidente dell' Unione Internazionale degli Enologi. Ha collaborato con riviste e giornali enogastronomici.
E' stato consulente di case vinicole piemontesi come Gancia e Betasiolo, della veneta Bertani, della marchigiana Bucci. Il New York Times lo ha definito " Artist composer-winemarker". Nel 2014 ricevette il riconoscimento " Luigi Veronelli" definendolo un lungimirante e visionario, capace di anticipare di decenni molti aspetti dell'enologia di oggi.
Fino alla fine ha lavorato come enologo, produttore e consulente di cantine vinicole italiane e francesi.
Un decennio fà dichiarò che per fare un ottimo vino si deve seguire con la massima attenzione tutta la sua fase di lavorazione. La natura è qualcosa di perfetto ma è la scarsa attenzione che pone l'operatore a decretarne i difetti o gli errori. Sui vini biologici era favorevole se prodotti seguendo i disciplinari, ma se si trovano in prossimità di una strada ad alta percorrenza, ne annulla la qualifica di biologico in quanto avremo un vino carico di piombo.
Per Giorgio GRAI la vinificazione in bianco e in rosso aveva dei concetti ben definiti. L'uva bianca generalmente è più fragile, più difficile, quindi se si sbaglia si perdono gli aromi ed i profumi mentre il rosso è più robusto. Un vino bianco deve essere più armonico, elegante, più morbidezza ed avere grandi profumi freschi , aggressivi, immediati, piacevoli al contrario dei rossi che con i tannini, polifenoli e gli antociani hanno uno spettro più ampio, compatto e spesso. Ottenere l'eleganza è più complicato che non tirar fuori la robustezza.
Grai nel valutare un vino riconosceva una maggiore importanza al territorio ed alla mano dell'uomo che non al vitigno.
Si presentava con un biglietto da visita che cosi citava:
" dottore di tutto, cavaliere di buon gusto e ingegnere nell'arte di cavarsela"
Giorgio Grai è morto a Bolzano il 30 ottobre 2019, all'età di 89 anni, non averlo potuto conoscere è un difetto per il quale non esiste un rimedio, questo è stato scritto in sua memoria.

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