sabato 12 dicembre 2020

Storie di grandi Enologi ...... GIACOMO TACHIS

 GIACOMO TACHIS

l'uomo che ha creato "I SUPER TUSCAN"

( Solaia-Tignanello-Sassicaia)


Iniziamo questa nuova rubrica cercando di raccontare le storie dei grandi Enologi, che hanno contribuito con la loro passione e le loro intuizioni a far nascere i grandi vini che oggi noi conosciamo.

L'Enologo più grande o importante di tutti i tempi, definito il Re o Principe degli Enologi Italiani è il piemontese Giacomo TACHIS. Nasce a Poirino un piccolo comune della provincia di Torino il 4 novembre del 1933. La famiglia è di origini modeste, suo padre Antonio fa il meccanico tessile, mentre sua madre Cecilia la casalinga.  .

Fin da bambino dimostrò una perfetta attitudine per gli studi, si appassiona a tutto, scienza, arte e letteratura. Ma non ha solo la passione per lo studio. Ha un carattere piuttosto ribelle, tenace e forte con insofferenza verso coloro che si mostrano autoritari senza essere autorevoli. Spesso è in contrasto con i professori e se una cosa gli va di traverso non c'è modo di fargliela apprezzare. Non sa subito cosa vorrebbe fare da grande. La madre vedendo questa indecisione del figlio, ma anche l'amore e la passione che aveva per lo studio, chiese ad un suo cugino, che lavorava come Direttore della Martini & Rossi, che scuola poteva essere adatta per il giovane Giacomo,  che dimostrava una grande passione per la chimica e la biochimica per le piante. Attraverso la chimica lui vedeva che era possibile comprendere il perchè della vita. Non aveva passione per il vino, ma per la chimica della vite sì!!!. 
Il cugino le consigliò di farlo studiare da enologo, presso l'Istituto Agrario di Alba, che poi glielo avrebbe sistemato lui il figlio in azienda.



Il periodo trascorso a scuola è stato un periodo bellissimo per il giovane Giacomo. Giornate trascorse fra lo studio ed il divertimento, Trascorre ore in laboratorio perso con alambicchi ed esperimenti, mentre i compagni preferiscono giocare con una palla. A causa di tutto questo viene preso in giro, lo definiscono un secchione, uno che diventerà semplicemente un mescola vino. Ma non si sente attaccato da quelle affermazioni, anzi è contento dell'idea di diventare un mescola vino. 

I professori sono tutti contenti di quello studente che si dimostra attento e curioso, i genitori sono orgogliosi del loro ragazzo. La curiosità che dimostrava Giacomo lo portò ad interessarsi di vedere cosa accadeva negli altri  paesi oltre i confini nazionali. Arrivó il momento che iniziò a seguire il più grande ed affermato enologo del mondo, il francese Emile Peynaud di Bordeaux. 


Durante il periodo trascorso ad Alba, gli scriveva per chiedere consigli, aveva una intensa  frequentazione epistolare con il grande enologo francese, da lui considerato per sempre un maestro, il suo maestro!.

Quando termina gli studi nel 1954, la promessa fatta dal Direttore non è più possibile mantenerla. 
Giacomo non si scoraggia, perchè consapevole di avere in mano un mestiere che sanno fare in pochi. 
Nel 1961 viene a sapere che l' Antinori sta cercando un enologo, ed hanno un bellissimo laboratorio, in Toscana a San Casciano in Val di Pesa, inoltre lo stipendio è da considerarsi dignitoso.



Gli Antinori sono una famiglia nobile, si occupano di vino da quando nel 1385 Giovanni di Piero Antinori, entro a far parte dell'Arte Fiorentina dei Vinattieri, e ad oggi quella attuale è la 26° generazione di Vinattieri, i più antichi d'Italia.

Qui Giacomo inizia a studiare la vinificazione, appassionandosi sempre di più allo studio della microbiologia, i batteri che azione avevano nel tempo sulla materia, inizia ad appassionarsi al Vino, per nostra fortuna.



In quegli anni in Italia non si producevano grandi vini, come quelli francesi. Ma si produceva più guardando alla quantità a discapito della qualità dei vini, quindi nessuno riusciva ad emergere. In Toscana c'era il Chianti nel fiasco, il vino che piaceva solo ai contadini. 

Lui vuole andare oltre ed inizia a studiare i vini prodotti all'estero insieme a Piero Antinori, in Germania, Stati Uniti ed in particola modo in Francia. Si rendono conto che in Italia è limitata dai pochi investimenti fatti in campo enologico, i macchinari sono vecchi, le tecniche di raccolta delle uve e quelle di vinificazione sono vecchie e superate. Le modalità di come produrre il vino era il solo frutto delle tradizioni trasmesse da padre a figlio, senza applicare uno studio con il fine di comprendere gli errori e trovare nuove soluzioni.

Il Marchese Mario Incisa della Rocchetta, non era un produttore di vini  ma era un allevatore di cavalli da corsa ( il grande Ribot).



In cantina aveva delle bottiglie di Cabernet, che produceva unicamente per consumo della famiglia e per condividerlo con gli amici. Era un Cabernet che era arrivato come barbatella 10 anni prima, direttamente dai vigneti dei Rothschild in Francia, a seguito di una scommessa vinta dal Marchese fatta con lo stesso Rothschild in cui erano state coinvolte le vicende sportive del noto cavallo Ribot ( ne riparleremo in un prossimo post).

Il figlio Nicolò era convinto che quel Cabernet avesse un potenziale non ancora sviluppato, poteva diventare un grande vino, ma gli occorreva colui che avrebbe potuto realizzare il suo sogno. Quell'uomo tanto atteso, il mescolatore di vini, si materializzò in Giacomo Tachis.


Marchesi Nicolò e Mario Incisa della Rocchetta

I Marchesi della Rocchetta erano cugini ed amici degli Antinori, e chiesero la cortesia da parte del cugino di permettere al suo giovane enologo di poter recarsi nella loro tenuta per avere un parere ed un consiglio su quel loro Cabernet prodotto in famiglia.

Nicolò chiede di fare una semplice considerazione sommaria, solo qualche commento e consiglio. Giacomo inizia ad assaggiarne diverse annate, quelle conservate meglio nei fusti. Segnando quelle pregevoli con un "X" e con un "?" quelle che presentano qualche difetto. Giacomo per riuscire a fare uno studio più approfondito, decide di prelevare dei campioni da analizzare in modo più scientifico. Prendendosi più tempo per dare un parere definitivo, atteggiamento che contraria i Marchesi della Rocchetta, che interpretano quel modo di valutazione troppo freddo e supponente, che dimostra la mancanza di quella sensibilità che si deve avere quando si approccia il vino, che è un elemento vivo e che per comprenderne le caratteristiche e le qualità necessita di essere osservato, annusato e bevuto. 

Ma Giacomo Tachis sarà l'uomo giusto per il futuro della loro cantina, inalzandola per qualità tra i migliori del mondo, in quanto si dimostrerà il primo e migliore interprete di quel vino che prenderà il nome di "Sassicaia".

Nicolò e Giacomo diventeranno grandi amici per tutta la vita, condivideranno il percorso che avevano iniziato insieme nel produrre quel grande vino.

A Giacomo Tachis, nei 32 anni trascorsi a lavorare per la famiglia Antinori, si deve la nascita di due dei tre " I SUPERTUSCAN",  il "Solaia"  ed il "Tignanello" oltre al già nominato Sassica dei Marchesi della Rocchetta. Sono vini oramai con un riconoscimento internazionale, pari o anche superiore per qualità ai grandi vini Bordolesi. La sua innovazione in Toscana fu che riuscì a creare dei vini rossi che uscivano dai disciplinari del Chianti. Questi tre grandi vini nascono grazie all'impiego innovativo per quel periodo, della fermentazione manolattica e delle Barrique per l'affinamento ( quest'ultime una grande novità), e nasce il neologismo di " Vino Barricato".


Per Giacomo Tachis, il concetto di vinificazione si basa su alcuni principi, dove il " vino è l'interpretazione della natura, e per essere di qualità deve saper raccontare il territorio, attraverso le sue caratteristiche organolettiche ", e " il sesto d'impianto ridotto, che consiste nel ridurre il numero di piante presenti in vigna per avere una maggiore qualità e non la quantità che è sinonimo di pochezza".

Il suo impegno nei confronti della viticoltura non si fermò solo alla Toscana, ma rivolse le sue attenzioni verso il centro e sud Italia. Collaborò in Sardegna nella produzioni del Vermentino e del Carignano, in Sicilia nelle produzioni del Nero d'Avola, Grillo, Catarratto e Inzolia, in Piemonte nelle produzioni della Barbera e Nebbiolo, in Umbria  con il vino Pelago,  in Toscana con il Sangiovese, in Trentino Alto Adige fu  fautore del San Leonardo

Tra le tante curiosità presenti nel modus operandi di Giacomo Tachis, c'era quella di assaggiare il terreno nel vero senso della parola, oppure che nel retro del suo bellissimo studio, era ricavata una piccola stanza dove l'enologo usava ogni tanto riposare dopo una degustazione.

Giacomo Tachis era un grande Enologo che adorava sempre approfondire lo studio della chimica e della microbiologia, ma usava dire ai propri collaboratori o allievi "Conoscere la chimica è importante, per  non usarla nel vino". 

Il lascito ai posteri di Giacomo Tachis si può leggere tra queste righe:

" C'è il vino del povero e il vino del ricco: quello del povero è il " vinum operarium" fatto semplicemente dal contadino, che nasce dal sentimento e che è più vicino alla natura. L'agricoltore serio vinifica come sente di fare e l'ispirazione gli proviene dalla campagna e dall'armonia raggiunta con essa; in questo  odo il vino nasce dalla mano dell'uomo come la natura vuole che sia. Il vino del ricco, invece, si ha con le tecniche sofisticate, viene ottenuto con travasi particolari, microfiltrazioni o anche balle tipo l'osmosi inversa e altre ancora. Punta su vigneti scelti, noti, sui più blasonati"


Quindi come possiamo interpretare il suo testamento.........

Buon bere!!























mercoledì 9 dicembre 2020

LO STRILLONE!!!!......arriva il portale del Prosecco DOCG!!!

Il Prosecco DOCG si applica sempre più! 

Arriva il portale con indicate 72 cantine di Valdobbiadene e la disponibiltà di 102 prodotti da subito:


Con questa iniziativa si viene incontro alla necessità di promuovere il prodotto ed il territorio, continuando quella politica di attenzione per l'immagine nel percorso dello sviluppo del turismo enogastronomico.
Iniziative come questa sono necessarie, in questi momenti tragici per l'economia, in quanto si deve sfruttare il tempo a disposizione, per farsi trovare pronti nell'imminente futuro dove la comunicazione digitale ed  un accoglienza turitica professionale e carica di emozione e calore saranno fondamentali per il rilancio del Turismo. Tutto questo in sintonia con quanto citato da Marina Montedoro, presidente dell'Associazione prosecco Conegliano-Valdobbiadene Unesco :

"Le difficoltà aguzzano l'ingegno, e questo ne è un esempio". (ANSA).

Fonte: 

lunedì 7 dicembre 2020

FORMAGGI IN CUCINA.....RISOTTO CACHI E GORGONZOLA

 RISOTTO CACHI E GORGONZOLA


Ingredienti per 2 persone:

  • 180 gr riso Carnaroli;
  • 1 caco o 200 gr ;
  • 100 gr. gorgonzola dolce o piccante ( come si preferisce);
  • 30 gr. burro;
  • sale q.b.
  • 30 gr. di noci;
  • brodo vegetale.
Procedimento :

Iniziamo preparando il nostro brodo vegetale.


In una pentola mettiamo metà del burro con la cipolla tritata finemente, e cuciniamo con fiamma bassa.


Non appena la cipolla avrà iniziato ad appassire, unite il riso e fatelo tostare per alcuni minuti, quindi iniziamo ad aggiungere il brodo caldo un mestolo alla volta.

 
Prendiamo il caco lo laviamo ed iniziamo a togliere la buccia, poi con l'aiuto di un mixer ne frulliamo la polpa.

Quando il riso è quasi cotto dobbiamo aggiungere il restante burro e la polpa del caco, e portiamo a termine la cottura ed eventualmente aggiungere del sale.
Spento il fuoco si può aggiungere il gorgonzola per mantecare il risotto. 
Una volta impiattato possiamo unire le noci.
In abbinamento con il risotto cachi e gorgonzola,  potrebbe andare bene un Gewurztraminer, Riesling, Gavi, Orvieto Classico, Lagrein o Pinot Bianco.

Buon appetito a chi legge!!!




LE MIE DEGUSTAZIONI

ASOLO PROSECCO
Superiore Brut
DOCG




Buon bere a chi legge!!
oggi passeggiamo ai piedi del Montello a Nervesa della Battaglia (TV), luoghi carichi di storia ed emozioni legati al primo conflitto mondiale. 

Oggi questi luoghi con il loro carico di storia, cultura si sono rinforzati diventando un punto di riferimento per la viticoltura veneta. Qui nascono grandi vini rossi che non hanno nulla da invidiare ai migliori Bordeaux. Le viti sono sistemate, accudite e curate nel loro terreno rosso e ferroso, conosciuto come ferretto, che nei vini rossi e bianchi restituisce carattere, qualità, finezza e struttura.

In questi luoghi ha trovato la sua naturale locazione la Cantina Giusti Wine ( di cui parleremo nel dettaglio in un prossimo post nella rubrica Cantine).
Fonte:Giusti Wine

Ritorniamo al nostro Asolo Prosecco Superiore Brut Docg, il vitigno è il Glera coltivato nella zona collinare del Montello e nei Colli Asolani, più nel dettaglio sono uve delle tenute "Aria Valentina", "Abbazia" e "Sienna", che possiamo trovare nel versante sud del Montello. Il terreno di queste zone è argilloso di colore rosso, ricco di ferro. Abbiamo un sesto d' impianto di 3500-4500 piante per ettaro.

Apriamo la bottiglia con cura, evitando il botto ma regalando il sospiro della vergine. Versiamo dolcemente il nostro prosecco nel calice ad una temperatura di servizio di 6-8 gradi C..

Iniziamo la degustazione osservando una limpidezza che possiamo definire cristallina, perfettamente trasparente, di un colore giallo paglierino con riflessi laterali verdognoli, poco intenso per quanto concerne la tonalità del colore. Presenta un' effervescenza riferita alla grana di minuscola dimensione molto fine, un perlage molto persistente che denota una risalita delle catenelle lenta e continua.

Al naso si presenta con una carica olfattiva intensa, per quanto concerne la qualità riferita alla franchezza direi schietto, perchè è privo di anomalie olfattive e fine in quanto lo trovo elegante.

Al gusto è di corpo con una buona struttura generale, alcolicità leggera con i suoi 11,5%, morbido e secco, presenta una bella acidità definibile come un fresco vivo, sapido . Ritengo che ci sia equilibrio fra le sensazioni morbide e quelle dure.

Nel valutare le sensazioni retro olfattive possiamo definire l'intensità della carica retro olfattiva intensa , si conferma fine per l'eleganza. Troviamo una discreta corrispondenza fra le note olfattive e quelle retro olfattive, il fin di bocca (P.A.I) è persistente e lo Stato evolutivo personalmente lo ritengo maturo in quanto credo che sia nella sua fase migliore.

Abbinamento: è un vino che può andare benissimo con antipasti di pesce, può accompagnare primi di pesce come linguine ai crostacei, spaghetti alle vongole senza pomodoro, risotto al radicchio, fritture di pesce, verdure grigliate, mozzarella di bufala e scamorza. 














LO STRILLONE!!!..... DALLE BOMBE AI FORMAGGI

RICONVERSIONE INDUSTRIALE 
DALLE BOMBE AI FORMAGGI



Il Ministero dello Sviluppo Economico sta pensando di riconvertire una fabbrica di armi e bombe in un Caseificio in Sardegna, quando verranno (forse) assegnati i Recovery Found. Questa realtà industriale si trova in una condizione di difficoltà da oltre 3 anni.

Si tratta della fabbrica RWM Italia, a Dosmunovas nel Sulcis, azienda che produce armi e bombe, con 280 dipendenti di cui 110 con contratti non rinnovati ad ottobre,altri 80 con contratti in scadenza nel prossimo mese di luglio e 90 in cassa integrazione a causa del blocco delle licenze di esportazione di armamenti verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. L'idea di riconvertire la fabbrica sarà l'unica soluzione per mantenere i posti di lavoro e la serenità delle famiglie coinvolte, già toccate da questo periodo di pandemia.

Ovviamente il Ministero dovrà pronunciarsi a breve data l'imminente scadenza della sospensione di spedizione dei missili nei due paesi arabi.

Fonte: www.dissapore.com







STORIE, LEGGENDE E ANEDDOTI SUL VINO

LA VIGNA DI NOE'



Gli archeologi reputano che la prima coltura della vigna sia avvenuta sul Monte Ararat, la dove Noè avrebbe smesso di navigare fermando l'Arca. 

Né da testimonianza  la Bibbia nel Libro della Genesi capitolo 9 versetti 20-21 " Ora Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriaco e giacque scoperto all'interno della sua tenda. ". 

Le conseguenze della sua ubriacatura si riversarono sulle successive vicissitudini della stirpe derivata da Cam, padre di Canaan e  figlio minore di Noè, colpevole di aver visto "la nudità di suo padre" ed aver raccontato "la cosa ai due fratelli, che stavano fuori. Ma Sem e Iafet presero il suo mantello, se lo misero tutte e due sulle spalle, e camminarono a ritroso, e coprirono il padre scoperto. Siccome avevano il viso rivolto dalla parte opposta, non videro le nudità del loro padre". Noè una volta "sveglio dalla sua ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore e disse << Maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!" e benedisse gli altri due figli. 

Perché Noè maledisse Canaan e non  suo padre Cam? 

Perché è stato Canaan ad avvertirlo del comportamento discutibile del nonno.

Questa fu la prima conseguenza tragica di uno stato di ebrezza nella storia dell'uomo!!.

Il racconto ha un significato molto profondo. Noè non ha piantato frumento, ortaggi, frutta ma ha piantato la "Vite"!. 

Perché impiantare una vigna? 

Il suo significato simbolico fa comprendere che si dovrà affrontare un cammino con tempi lunghi e che potrebbe presentarci delle difficoltà. Un cammino che ha similitudine con le difficoltà che un uomo incontra nel percorso della sua "Vita" ( notare la similitudine tra le parole "Vite" e "Vita"), un cammino fatto di un susseguirsi di momenti difficili e di gioie. Le medesime difficoltà riscontrabili da coloro che coltivano una vigna per riuscirne ad  ottenerne un prodotto di qualità.

Buon bere a chi legge!!



domenica 6 dicembre 2020

LO STRILLONE!!! ....APP. FIVI

 NASCE L'APP. FIVI PER INDIVIDUARE SUL TERRITORIO LE CANTINE VINICOLE

E' nata l'app della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ), composta da 1300 soci di cui 800 hanno deciso di aderire a questa iniziativa, fornendo  informazioni e dati per inserire le loro cantine. 

Non si comprende perchè 500 cantine non hanno voluto aderire?

Le funzioni dell' app permettono di geolocalizzare le cantine su tutto il territorio nazionale. 


La Sig.ra Rita Babini, consigliere FIVI, afferma "che attraverso la app sarà possibile contattare direttamente le cantine per organizzare una visita o degustazione, e si potrà acquistare direttamente on line dalla cantina.

Nella sezione eventi sarà inserito il programma delle fiere a cui parteciperà la Federazione, con informazioni sugli stand e gli espositori presenti. 

Uno sforzo collettivo volto ad offrire maggiori possibilità di contatto con appassionati e sostenitori.".

Questa iniziativa è nata per sostenere e favorire l'enoturismo, portatore sano di turisti Italiani ma anche provenienti dall'Europa ed oltre Oceano, per questo l'app si sviluppa utilizzando due lingue l'Italiano e l'Inglese.

Il download gratuito é possibile negli store Apple e Android.







Nuove rubriche in arrivo...


Da un idea, proposta da due lettori del blog, si è venuta a creare quella sintonia di collaborazione, per trovare nuove iniziative per accrescere l'interesse per il mondo del Vino. 

Iniziativa che è in linea con lo scopo di questo blog, che vuole semplicemente aumentare la conoscenza, la storia e la cultura dell'approccio con due fra le nostre eccellenze il Vino ed il Formaggio!!!!

Quindi nelle prossime settimane si darà il via alle seguenti rubriche:

1- STORIE DI GRANDI ENOLOGI E CASARI

(Donne e uomini che hanno regalato e regalano grandi emozioni)

2-LO STRILLONE!!!

(Raccolta di notizie e curiosità estratte da giornali, riviste, blog e siti, dall'Italia e dal Mondo che riguardano il mondo del Vino e della Caseificazione)

3-I LIBRI CHE CI PARLANO DEL VINO 
( Indicheremo i libri presenti nelle librerie che trattano argomenti attinenti al mondo Vitivinicolo e al saporoso mondo dei Formaggi )

4- STORIE, LEGGENDE, ANEDDOTI E BARZELLETTE SUL VINO ED IL FORMAGGIO




























sabato 5 dicembre 2020

FORMAGGI IN CUCINA.........

 GNOCCHI DI RICOTTA  CON FONDUTA DI ASIAGO


Storia degli gnocchi

La storia degli gnocchi di patate ha tante origini, una di queste ci racconta che nascono da una carestia nel quartiere più popolare di Verona il 18 giugno del 1531, dove le patate appena arrivate dall'America erano riuscite a sfamare la popolazione. Per prepararle alcune massaie avevano impastato acqua farina e patate creando delle piccole palline da fare cucinare in acqua bollente. Questa tradizione viene ricordata a Verona l'ultimo venerdì di carnevale, dal Papà del Gnocco che è una maschera di Verona.

Papà del gnocco

Un altra storia ci racconta che gli gnocchi sono nati a Sorrento sempre nel 1500, inizialmente si chiamavano zanzarelli ed erano fatti con mollica di pane, latte e mandorle tritate e per renderle un pò più saporite si univano spinaci donandogli un colore verde; nel 1600 si passò ad un impasto fatto di uova e farina ed erano chiamati malfatti. Era un piatto che per tradizione si preparava alla domenica.

Ingredienti per  gli gnocchi:
  • 300 gr. di farina "00";
  • 500 gr,. di ricotta
  • 2 uova
  • 150 gr. parmigiano reggiano o grana padano
  • sale
  • noce moscata
Procedimento:
Mettere la ricotta in una ciotola, aggiungere la farina , le uova  ed iniziare ad impastare. Aggiungete il sale, la noce moscata ed il parmigiano reggiano o il grana padano. Dovete ottenere un panetto omogeneo. Ricordo di non impastare per troppo tempo altrimenti gli gnocchi saranno duri.

Storia della fonduta

La fonduta è il piatto tipico della Svizzera infatti risale al 1699, veniva consumato dai pastori sulle Alpi o Prealpi, ed essendo un alimento energetico e facile da conservare e trasportare era il pasto fondamentale accompagnato dal pane; ma troviamo tradizioni anche in Italia ( Valle d'Aosta e Piemonte) ed in Francia. Si prepara tagliando il formaggio a dadini e lo si fa cucinare in una pentola chiamata caquelon. A tavola va servita nella medesima pentola ai commensali.
caquelon

La fonduta è un piatto che dona atmosfere di convivialità tra amici e parenti, in quanto si usa mangiarla ponendo al centro del tavolo il caquelon, ed ogni commensale e provvisto di una forchettina di forma allungata o bastoncini in metallo su cui poter infilzare pezzi di pane, patate lesse.
Esistono diversi tipi di fonduta che si differenziano per il tipo di formaggio utilizzato, ma tutte hanno in comune la tradizione di dover strofinare con l'aglio il caquelon, prima di utilizzarlo.

Quindi abbiamo le seguenti tipologie di fonduta:
  • Fonduta Svizzera con Ementhal e Gruviera;
  • Fonduta di Franche-Comtè  ( Francia), con formaggio Mont d'Or prodotto nella zona del Jura;
  • Fonduta Savoiarda (Francia), con formaggio Comtè, Gruyère e il Beaufort;
  • Fonduta Ramequin (Francia), preparata con formaggio Ramequin;
  • Fonduta Crousois (Francia), con formaggi di montagna e l'aggiunta di menta piperita;
  • Fonduta normanna (Francia), dove si utilizza il Camembert, Ponte-l'Eveque e Livarot, qui il caquelon non viene strofinato con l'aglio ma si utilizza lo scalogno ed il pane viene bagnato nel Calvados ( un distillato a base di mele e pere) prima di essere immerso nella fonduta;
  • Fonduta Valdostana ( Italia ) si utilizza le uova, la Fontina ed il pepe bianco; ( personalmente la migliore);
  • Fonduta Piemontese (Italia) Fontina, uova e tartufo bianco di Alba.
          Ingredienti per la fonduta:

  • 170 gr. di formaggio Asiago
  • 200 ml di panna da cucina
  • 1 spicchio di aglio 
  • rosmarino
  • salvia
  • sale e pepe
  • olio EVO q.b.
Procedimento:

Le erbette dopo averle lavate ed asciugate vanno tritate finemente utilizzando un coltello, facendo attenzione alle dita. 
Preparate una padella ed aggiungete un pò di olio con lo spicchio d'aglio, fatelo rosolare giusto per far si che rilasci il profumo e poi toglietelo.
A fiamma bassa aggiungete nella padella il formaggio asiago tagliato a dadini ed aggiungete la panna.
Fate amalgamare dolcemente utilizzando un cucchiaio di legno. 
Una volta che si è formata una crema vellutata aggiungete le erbette e potete condire gli gnocchi.

Abbinamento con Santa Maddalena dell'Alto Adige ottenuto da uve Schiava e Lagrein.

ma va bene anche il vino che piace a VOI!!!

Buon appetito e Buon Bere !!!!!!


FORMAGGI IN CUCINA

 FORMAGGI IN CUCINA



Iniziamo una nuova rubrica in questo blog, andremo a cercare in rete, su libri, conoscenze personali ed anche dai vostri suggerimenti ricette, semplici e complesse, legate alla tradizione della cucina Italiana ma anche internazionale.

Proporremo delle ricette il cui ingrediente principale deve essere il formaggio. Ricette che andremo a descrivere con semplicità, cercando di scoprire se dietro ci sono storie, culture e tradizioni da potervi raccontare.

Ricordo che questo blog è solo il prodotto di passione, curiosità, voglia di conoscere e studiare. 

Chi scrive è consapevole di non avere la presunzione di voler elevarsi a Professore o sommo conoscitore della materia, anzi "Io non posso insegnare niente a nessuno, ma posso regalarvi la possibilità di essere curiosi, di voler conoscere", solo questo vorrei fare ed essere.

Buona lettura a tutti!!

Facebook pagina Vini e Formaggi Italiani

giovedì 3 dicembre 2020

LE MIE DEGUSTAZIONI.......VALPOLICELLA RIPASSO

VALPOLICELLA RIPASSO D.o.c.

SUTTO


Vitigini: Corvina, Corvinone e Rondinella
Alcol: 14,5%
Temperatura di servizio: 18°
Anno: 2015
Azienda Agricola SUTTO 

Buon bere a chi legge!

Siamo in Veneto terra di grandi vini. Vi propongo questo Valpolicella  Ripasso, si presenta osservandolo privo di particelle in sospensione pertanto è limpido, impenetrabile, di colore rosso rubino, intenso e poco denso.

Avvicinando il calice al naso notiamo una carica olfattiva molto percettibile, di una qualità schietta e fine per quanto concerne franchezza e finezza. La natura dei profumi varia da fiori rossi, vaniglia, tabacco, pepe nero, prugna, ciliegie mature, lamponi pertanto lo si può definire complesso data la presenza di componenti odorose di diversa origine.

L'esame gustativo ci fa conoscere un vino  con una buona struttura generale, molto caldo dato il suo grado alcolico di 14,5%, tra il morbido ed il pastoso in quanto lo si sente avvolgente, carnoso al palato, secco, fresco per acidità, sapido, tannico quindi con una dominanza di tannini. Direi che presenta un equilibrio tra i vari caratteri gustativi sopra descritti.

Per concludere le sensazioni retro olfattive si presentano intense, di qualità fine con una persistenza aromatica intensa persistente, Lo stato evolutivo è da considerarsi pronto in quanto presenta margini di evoluzione.

Abbinamento con  carne alla brace, o carni sottoposte a lunghe cotture.


Parte 2: I Vitigni del Piemonte - Bacca Rossa e Bacca Bianca

  Il Piemonte, culla di tradizione vinicola, è ricco di vitigni autoctoni e internazionali, che contribuiscono alla produzione di alcuni dei...