venerdì 4 ottobre 2024

Un breve viaggio in Spagna



Cari lettori,

Oggi vi porto alla scoperta della Spagna, una terra ricca di storia e di cultura vinicola, con un terroir unico che rende i suoi vini tanto amati in tutto il mondo. Parliamo di clima, territori, vitigni, e dei vini.

Il concetto di "terroir" in Spagna è davvero essenziale. Parliamo dell'insieme di fattori naturali e umani che danno carattere a un vino: il clima, il tipo di terreno, la morfologia del territorio e le tradizioni di coltivazione. In Spagna, il clima varia dal mediterraneo al continentale, passando per il montano e l'oceanico. Questi microclimi contribuiscono a una straordinaria diversità di vini. La Meseta, un vasto altopiano che domina la zona centrale, e i rilievi dei Pirenei e della Sierra Nevada, offrono terreni unici dove si coltivano vitigni che prosperano anche in condizioni difficili.

Le principali zone vitivinicole includono regioni famose come La Rioja, la Ribeira del Duero e Jerez. Ognuna di queste aree ha il proprio carattere distintivo e produce vini che sono una vera espressione del loro territorio. Le denominazioni di origine in Spagna vanno dalle IGT (indicazioni geografiche tipiche) ai prestigiosi DOCa, che garantiscono una qualità eccellente.

Non possiamo parlare di vini spagnoli senza menzionare alcuni dei vitigni più importanti. Tra le uve a bacca rossa troviamo il Tempranillo, diffuso in tutta la Spagna, che regala vini rossi fruttati e speziati di medio corpo, ideali sia per un consumo giovane che per l'invecchiamento. Un altro vitigno interessante è il Bobal, particolarmente adatto ai rosati, mentre la Garnacha Tinta è nota per i suoi vini fruttati, fragranti e di medio corpo.

Per quanto riguarda le uve a bacca bianca, il Macabeo è fondamentale nella produzione del Cava, il famoso spumante spagnolo. Questo vitigno, noto anche come Viura, è apprezzato per la sua freschezza e la capacità di produrre sia vini giovani che complessi. Non possiamo dimenticare il Palomino, protagonista degli Sherry andalusi, un vino unico per le sue caratteristiche neutre che ben si adattano all'invecchiamento.

Tra i vini che abbiamo esplorato, il "Ramiro II Cava Ecologico Brut" merita una menzione speciale. Prodotto con Macabeo e Chardonnay, questo spumante sorprende con i suoi aromi di mela, pera e fiori bianchi, e un gusto fresco con un finale floreale delicato. Per chi preferisce un bianco fermo, il "Corona de Aragón Garnacha Blanca" è un vino vivace e aromatico, perfetto per accompagnare piatti freschi e leggeri.

La Spagna offre una ricchezza enologica capace di soddisfare ogni palato. Dai rossi intensi ai rosati fruttati, passando per i bianchi freschi e i celebri Cava, c'è un vino per ogni occasione. Vi invito a scoprire questi vini, lasciandovi trasportare dai loro profumi e sapori che raccontano storie di territori e tradizioni uniche.

E come sempre... buon bere a chi legge!

Alla prossima, con nuovi viaggi nel mondo dei vini e formaggi!


sabato 10 agosto 2024

La classificazione dei formaggi

 CLASSIFICAZIONE DEI FORMAGGI


Un argomento che viene poco trattato sulle riviste o pubblicazioni varie è la conoscenza delle basi di classificazione dei formaggi.

Conoscere quali tipologie di formaggi esistono, come vengono suddivise e in base a quali criteri, è fondamentale per poi comprenderne a fondo le caratteristiche organolettiche dei singoli prodotti caseari.

Pertanto andiamo a conoscere le caratteristiche che danno il corpo al formaggio, sono i tratti che li contraddistinguono uno dall’altro.

Le varie classificazioni che andremo a presentare si combinano tra di loro e ne rappresentano un unicità nel prodotto finale.

I formaggi si dividono inizialmente per la tipologia di latte che viene utilizzato:

  • Caprino

  • Ovino

  • Vaccino

  • Bufalino



questi danno origine a 5 tipologie di famiglie:

  • Formaggi caprini ( latte di capra)

  • Formaggi pecorini ( latte di pecora)

  • Formaggi vaccini ( latte di vacca)

  • Formaggi bufalini ( latte di bufala)

  • Formaggi a latte misto.

Il secondo passaggio in base alla coagulazione ed avremo tre tipologie:

  • Coagulazione lattica (acida)

  • Coagulazione presamica (caglio)

  • Coagulazione mista ( acido-presamica)

Il terzo passaggio della classificazione è determinato dai grassi presenti nel formaggio, pertanto avremo:

  • Formaggi grassi ( oltre il 42% di grassi)

  • Formaggi semigrassi (tra il 20% e il 42% di grassi)

  • Formaggi magri (inferiore al 20%)

Il quarto passaggio della classificazione è determinato dal contenuto di acqua:

  • ormaggi a pasta dura meno del 40% di acqua

  • Formaggi a pasta semidura fra il 40-45% di acqua

  • Formaggi a pasta molle fra il 45 e 60% di acqua

Il quinto livello di classificazione in base alla tecnica di produzione ovvero dal trattamento che viene applicato dal casaro alla cagliata:

  • a pasta cruda dopo la rottura la cagliata non viene cotta

  • a pasta semicotta dopo la rottura la cagliata viene cotta a temperature inferiori ai 48°

  • a pasta cotta la cagliata rotta viene cotta a temperature comprese tra i 48-56°

  • a pasta filata la cagliata per qualche ora, viene lasciata nel sieri caldo e acido e poi lavorata e tirata a mano

  • erborinati sono presenti delle venature di colore verde e blu che si sviluppano in modo naturale, oppure create forando le forme

  • a crosta fiorita si viene a formare sulla superficie dei formaggi una muffa bianca ed è una caratteristica dei formaggi a pasta molle, come il Brie o Camembert

  • a crosta lavata sono formaggi dove la crosta è lavata periodicamente con soluzioni di acqua e sale (Taleggio) oppure con soluzioni idroalcoliche. Sono formaggi a pasta molle


Infine l’ultimo livello di classificazione è determinato dal periodo della stagionatura a cui vengono sottoposti i formaggi:
  • Freschissimi consumarsi entri 48 -72 ore

  • Freschi da consumarsi entro pochi giorni

  • Semi-stagionati fino a un mese di maturazione

  • Stagionati da uno a sei mesi di maturazione

  • Molto stagionato oltre i 6 mesi di maturazione.

Altro passaggio, ma non meno importante, è la classificazione per zona di origine:




  • D.O.P. Denominazione di Origine Protetta che identifica un territorio per le sue materie prima e per la conoscenza artigianale dei casari.

  • I.G.P. Indicazione Geografica Protetta non vincola le fasi del processo di produzione ad una specifica zona geografica

  • S.T.G. Specialità Tradizionale e Garantita da una maggiore importanza al concetto di territorialità e pretende il rispetto del Disciplinare di produzione

  • Prodotto di Montagna indica che le materie prima provengono da luoghi di montagna.

In conclusione, la classificazione dei formaggi è un sistema complesso e articolato che riflette la ricchezza e la diversità di questo alimento millenario. Dalle caratteristiche del latte alla tecnica di produzione, dal contenuto di grassi al periodo di stagionatura, ogni aspetto contribuisce a definire l'unicità di ciascun formaggio.

Questa classificazione non solo aiuta i consumatori a orientarsi nella vasta offerta di prodotti caseari, ma rappresenta anche un importante strumento per i professionisti del settore. Conoscere a fondo queste categorie permette di apprezzare meglio le qualità organolettiche di ogni formaggio, di comprenderne l'origine e il processo produttivo, e di valorizzarne al meglio l'utilizzo in cucina e nell'abbinamento con altri cibi e bevande.

Inoltre, le denominazioni come DOP, IGP e STG sottolineano l'importanza del legame tra il formaggio e il suo territorio d'origine, preservando tradizioni secolari e garantendo al consumatore prodotti di qualità certificata.

La comprensione di questo sistema di classificazione non solo arricchisce la nostra conoscenza gastronomica, ma ci permette anche di apprezzare pienamente la cultura e la tradizione che si celano dietro ogni.



venerdì 9 agosto 2024

VI RACCONTO UNA STORIA ......CHE PARLA DEL VINO

 

IL VIAGGIO INIZIA


Non bevevo, o meglio bevevo il Bonarda, il Lambrusco amabile quello bello fresco e dolce, ma non sapevo nulla dei DOCG, DOC e IGT. 

Non bevevo con cognizione, non assaporavo il gusto, l’aroma, il profumo. Bevevo solo con la pancia, mi bastava sentire che il vino fosse dolce, freddo e chi se ne fregava che il  sapore del cibo coprisse il vino o che il vino coprisse il cibo.

Il sommelier era una figura importante, ma non ne conoscevo le competenze ed oltre a versare il vino cosa faceva?.


Poi un giorno passeggio per le meravigliose vie di Treviso, ed arrivo davanti ad un enoteca. 

Mi fermai ad osservare la vetrina. 

Tutte quelle bottiglie, mi sembravano tante persone più o meno snelle o panciute. 

Alte, basse, ben vestite, chi con color giallo, rosso, blu, oro e decorate con belle scritte dai caratteri più stravaganti.


Ed i loro nomi mi iniziarono ad incuriosire....Amarone, Brunello di Montalcino, Negramaro, Nero d’Avola. 

Pensai chissà che caratteraccio deve avere uno che si chiama Amarone o Nero d’Avola. Sorrisi e mi voltai per riprendere la mia passeggiata. 

All’improvviso, passando davanti all’ingresso del negozio, incrocio il mio passo con un signore alto, calvo, dal naso imponente su cui stavano appollaiati un paio di occhiali. Mi osservava con sguardo indagatore. Mi scusai per averlo quasi colpito, lui mi sorrise e con la mano afferrò il mio braccio.

<< Ma scusi cosa sta facendo?>> domandai

<< Mi stavo chiedendo come mai, non senta il desiderio di entrare nel mio negozio. Ho notato che stava osservando divertito la mia vetrina!...venga dentro, senza timore!....le presento qualche amico e le racconto le loro storie>>.

Provai a fare resistenza ma il mio sguardo spazio all'interno del locale. Su ogni scaffale c’erano riposte in ordine per colore e forme, tantissime bottiglie.

<< Forza!, non abbia timore si sieda>> continuò il Signore, indicandomi uno sgabello vicino al bancone. 

Da dietro al bancone tirò fuori una scatola in legno, con su scritto, in modo rudimentale , “SAGACITAS!!!”.




continua..........







sabato 3 agosto 2024

UVALINO: Il piccolo vitigno che sta conquistando il Piemonte

 Siamo in Piemonte, esattamente nel Monferrato. È qui che abbiamo modo di incontrare dei grappoli di medio-piccole dimensioni, compatti, con acini piccoli e dalla buccia spessa di colore blu-nero. Il nome di questo vitigno è conosciuto come "Uvalino".



Questo vitigno ha una storia antica ma è stato riscoperto solo recentemente. Quasi scomparso negli anni '80, è stato riportato alla luce grazie all'impegno di alcuni viticoltori locali che lo hanno recuperato e rivalutato. L'origine del suo nome deriva probabilmente dalle dimensioni ridotte dei suoi acini.

Si racconta che un tempo era considerata una bottiglia preziosa da regalare alle autorità e personalità locali come il dottore, il podestà, il farmacista e il prete.

È un vitigno le cui caratteristiche e note aromatiche presentano un alto contenuto di tannini, una buona acidità ed è ricco di antociani e polifenoli. Per quanto concerne le note aromatiche, richiamano frutti di bosco, in particolare mirtilli e more. Inoltre, sono da apprezzare note balsamiche e speziate.

Questa varietà di uva ha attirato l'interesse dei viticoltori non solo per la capacità di creare dei vini di qualità, ma per la sua resistenza alla Botrytis cinerea e per l'elevata presenza di resveratrolo sulla buccia.

Tipologia di vini:

L'Uvalino viene utilizzato principalmente per produrre vini rossi strutturati e longevi. Può essere vinificato in purezza o in blend con altri vitigni locali come Barbera e Freisa. 

I vini prodotti con Uvalino tendono ad avere:

  • Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei

  • Buona struttura tannica

  • Potenziale di invecchiamento

  • Profumi di frutti rossi e neri, con note speziate

Un'azienda di Costigliole d'Asti, Cascina Castlèt, ha sostenuto una ricerca universitaria per la sua reintroduzione e oggi è l'unica azienda con un paio di ettari di questa varietà in coltura. Con uve di uvalino in purezza produce alcune migliaia di bottiglie.


Il loro vino a base di Uvalino si chiama "UCELINE" e qui riportiamo la loro descrizione:


 “Mi chiamano Uceline. Sono il volo di un piccolo stormo di uccelli che partono per terre lontane dopo la vendemmia o tornano con la primavera dopo aver passato l’inverno nelle terre calde d’Africa. Lascio spazio all’immaginazione e ai sogni. Ero rimasto in fondo ai filari e si erano dimenticate le mie virtù. Uvalino è il nome della mia uva. Pareva un diminutivo, un vezzeggiativo che si regala ai piccoli. Gli uccellini all’alba becchettano i miei acini maturi. Loro non avevano mai smesso di sapere quanto valevo. Tenacia e ricerca, anno dopo anno, mi hanno fatto tornare grande tra i grandi. Ho forza straordinaria di vulcano che si ridesta. Ho il gusto intenso che viene da terre antiche. Radici profonde, foglie assetate di sole, grappoli che maturano quando l’autunno entra nell’inverno e le nebbie sfumano il rosso intenso dei filari. Non ho superbia, ma la certezza di saper conquistare chi capirà tutta la mia storia. Sono serviti i racconti dei vecchi e la loro memoria. E’ servita la capacità dei giovani e la loro nuova conoscenza per scoprire che faccio bene e parlo al cuore. Ho in me, più degli altri vini rossi, un componente che, in altri tempi, avrebbero definito pozione magica. Il suo nome è difficile da ricordare: resveratrolo e la scienza dice che “pulisce” il sangue. Eccomi pronto a dimostralo.”

È importante notare che l'Uvalino rimane un vitigno di nicchia, coltivato su superfici limitate. La sua riscoperta fa parte di un più ampio movimento di valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani.

Vale la pena andare a provare questo vitigno di nicchia dalla rara produzione.

Buon bere a chi legge!




domenica 28 luglio 2024

PARLIAMO DI CANTINE ........PAOLO ROSSI NON SOLO IL CALCIO......

 AZIENDA AGRICOLA POGGIO CENNINA



Nel dicembre 2020 era venuto a mancare un uomo, un calciatore, un campione, il Pablito Nazionale!!. Guarda il fato, l' anno della sua morte riporta due volte il numero della maglia mondiale che indossava.
L'uomo che con i suoi gol ha portato l'Italia del pallone in vetta al mondo il 13 luglio 1982!!!.

In quei giorni nei giornali e telegiornali ci mostrarono video, partite  ed eventi di vita di quel ragazzo semplice, un rapace dell'area di rigore capace di risollevarsi dopo le vicissitudini giudiziarie di cui era stato protagonista nell' Italia pallonara di inizio anni 80 (Calcioscommesse), riuscendo a diventare Campione del Mondo e Capocannoniere in Spagna '82, e vincendo il Pallone d'Oro nello stesso anno.
Oggi voglio raccontarvi di un altro Paolo Rossi, che pochi conoscono.

Il Paolo Rossi che voglio ricordare non è il campione del  mondo, colui che quando si incontrava per strada lo chiamavamo simpaticamente "Pablito", ma voglio parlarvi di Pablito il Viticoltore!!!

Circa venti anni fa, si era recato con la moglie a far visita ad una coppia di amici che vivevano in Toscana  nella Val d'Ambra, subito come era abituato a fare nell'area piccola del campo di calcio, fece ancora uno scatto .. e segnò un altro gol!!.

Inizialmente pensó insieme alla moglie di acquistare un bella casa di campagna dove andare a rifugiarsi, ma il destino non lo fece fermare ad una scelta semplice come quella. 

Per lui era stata preparata un' altra grande azione di attacco, con la palla che scorre sulla fascia ed il cross  indirizzato perfettamente verso l'area piccola,..... un colpo di testa!, .......respinge corto il portiere e Pablito è lì, pronto per raccogliere quell' occasione ... 

.....l'occasione si manifesta quando, in compagnia del suo amico e futuro socio Luigi Pelaggi, si sono imbattuti nel Borgo di Cennina.....
Pablito se ne innamora!!!!,
Pablito ha fatto ancora un grande Gooooollll!


Borgo Cennina è uno dei borghi più incantevoli del Comune di Buccine, con le sue casette di pietra e mattoni. Si possono bancora notare i resti di una delle tante torri che componevano il Castello ed un tratto della massiccia cinta muraria.

Decide di acquistare  una Villa d'epoca in pietra, situata su un poggio (collina) di 360 metri s.l.m. e trasformarla insieme alla moglie ed all'amico e socio Pelaggi, in un "Resort Poggio Cennina", a Bucine nelle colline Aretine della Val d'Ambra. 




Pablito inizia a dedicarsi all'agriturismo, ma vuole diventare un Agricoltore Biologico. 
Vuole trattare la terra in modo "da riuscire a trovare il piacere di coltivare e produrre  i prodotti della terra. La Toscana è una terra capace di ridarti con amore e qualità quello che tu le chiedi" così amava raccontare.

I 7 ettari di terreni che circondano l'Agriturismo sono coltivati per la maggior parte a Sangiovese e una minima parte a Merlot e Cabernet Sauvignon. Sono terreni di sabbie argillose stratificate ed i vigneti sono tutti esposti a sud est.


In queste terre il Nostro Pablito Nazionale ha prodotto il suo vino:

"Borgo Cennina Rosso Toscana IGT"


Non ho avuto ancora il piacere di assaggiarlo, ma posso dirvi che fa un anno in barrique di rovere francese e 6 mesi in bottiglia. Ha una gradazione alcolica di 13,5%.

Le degustazioni che ho avuto modo di leggere ci descrivono un vino rosso rubino con riflessi verdognoli, profumo intenso, ampio, con sentori di frutti di bosco maturi ed una equilibrata componente aromatica. Al palato ha un sapore sapido, calco, di corpo e giusto tannico.

Lo acquisterò è vi presenterò la mia degustazione.

Ciao Pablito!!!!,
grazie di averci regalato quelle emozioni che resteranno indelebili nel tempo.

Buon bere a chi legge!!! 


















giovedì 25 agosto 2022

IL GIRO DEL MONDO CON IL CALICE IN MANO... FRANCIA parte 2 Borgogna

 

FRANCIA

parte 2

BORGOGNA

Buon bere a chi legge…

Le zone vitivinicole della Francia sono:

( i dati relativi alle superfici vitate sono del 2016)

- Champagne 23000 ettari;

- Alsazia 16000 ettari;

- Valle della Loira 44000 ettari;

- Borgogna 47000 ettari,

- Jura, Savoiee Bugey 5000 ettari;

- Bordeaux 114000 ettari;

- Sud ovest 52000 ettari;

- Rodano 76000 ettari;

- Languedoc 196000 ettari;

- Roussillion 26000 ettari;

- Provenza 38000 ettari;

- Corsica 6000 ettari.

BORGOGNA

E' una delle regioni vinicole più antiche del mondo, si suddivide in diverse zone:

- a sud di Dijon troviamo la Coté d'Or  ( Chardonnay e Pinot Noir), a sua volta formata dalla Coté de Nuit a nord e dalla Coté de Baune a sud;

- a est di Auxerre  incontriamo la zona di Chablis ( Chardonnay);

- a ovest di Avallon abbiamo la piccola zona di Vézelien;

- a sud della Coté de Baune possiamo trovare la minuta Coté du Couchois;

- a sud di Chagny abbiamo la Coté Chalonnais con i suoi vini rossi e bianchi;

- continuando a sud troviamo i vini bianchi del Maconnais tra le città di Tournus, Cluny e Macon;

-nel sud della regione e a sud del Maconnais abbiamo il Beaujolais.

In questa regione la qualità dei vini è molto legata al fattore umano, inoltre grandi vigneti posseduti da un solo proprietario sono molto rari, anzi si trovano molti piccoli proprietari ciascuno dei quali possiede piccole estensioni, come ad esempio i 50 ettari del Clos de Vougeot ( Coté de Nuit) che sono suddivisi tra 80 coltivatori.

In Borgogna troviamo 80 AOC riferite ad aree geografiche ben definite.

Nel prossimo post inizieremo a parlare nel dettaglio delle singole zone vitivinicole iniziando dalla Coté d’Or che si trova nel cuore della Borgogna e dove si producono vini rossi e bianchi secchi tra i più conosciuti e costosi nel modo. IL suo territorio è una miscela di calcare, marna e argilla. ( per chi volesse maggiori informazioni sui terreni https://viniformaggidelveneto.blogspot.com/2021/05/cenni-di-viticoltura.html)

Il Clima presenta estati umide e parzialmente fresche, ma con i cambiamenti climatici degli ultimi anni si presentano spesso molto calde. I principali vitigni presenti in questa zona sono principalmente il Pinot Noir ed il Chardonnay ed in minima parte il Gamay e l’ Aligoté.

#viniformaggidelveneto

#vini


sabato 16 luglio 2022

STORIE, LEGGENDE ED ANEDDOTI SUL VINO

 Capo di Stato

Buon bere a chi legge!!!

Oggi vi racconto la storia di un vino per me fantastico.

Siamo nel Montello a Venegazzù località della provincia Trevigiana. Il Montello è un museo enogastronomico e storico a cielo aperto. Sul suo territorio sono state scritte e raccontate gloriose pagine della Prima Guerra Mondiale ed è la culla di grandi produzioni di vino con stile taglio bordolose.

L’Azienda Agricola Conte Loredan Gasparini è colei che ha fatto nascere questo grande vino. Lo definisco “Grande” perché oltre ad esserlo in degustazione, gli è stato anche riconosciuto a livello internazionale ed è inserito nel celebre libro della famiglia Vrinat, proprietaria del famosissimo pluri stellato (3 stelle) ristorante di Parigi, dove hanno indicato i 100 vini da leggenda!. In questo elenco si trovano Petrus, Dom Perignon, Chateau d’Yquem, Romanèe -Conti, Krug, Sassicaia, Sperss di Gaia, Brunello di Montalcino di Biondi Santi e il Capo di Stato.

Si caratterizza anche per le sue etichette che hanno una loro storia. Era l’anno 1960 quando nasce questo nettare di Bacco ed era denominato “Venegazzù Rosso della Casa”. Il Conte Loredan Gasparini decise di produrre una riserva di questo vino, che in breve tempo lo si poteva trovare a Venezia durante gli eventi più importanti nei migliori Ristoranti ed Hotel.

Nella metà degli anni sesanta, il Presidente Francese Charles De Gaulle e sua moglie Yvonne si trovano a Venezia in occasione di una visita alla Biennale. La sera è stata organizzata una cena presso l’ Hotel Gritti dove è stato servito il “Venegazzù Rosso della Casa Riserva”. Al momento dei convenevoli discorsi il Presidente Francese prende la parola ed inizia ringraziando i suoi ospiti per avere avuto la creanza e l’attenzione di fargli trovare un grande vino francese al tavolo. A quel punto il Conte Loredan Gasperini si alza è gli fa presente che quel vino è Veneto e lo produce lui. Il presidente De Gaulle rimane sorpreso e si congratula con il Conte.

Per ricordare quell’evento il Conte decise di chiamare, quella riserva del Venegazzù Rosso della Casa, “Capo di Stato” in onore del Presidente Francese. Ma non si limitò solo a questo chiese al pittore padovano Tono Zancarano di disegnare due particolari etichette per le bottiglie che avrebbe inviato in dono al Presidente ed a sua moglie, la Signora Yvonne.

Le due etichette rappresentano la figura di un uomo con delle rose in mano e riporta la scritta “des roses pour Madame” dedicata ovviamente alla Signora Yvonne, e per il Presidente De Gaulle un etichetta che raffigura una Donna con il seno scoperto e la frase ” … et pour Monsieur la Bombe “ con ovvio riferimento ai seni della donna.

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venerdì 20 maggio 2022

Distillati

 

I DISTILLATI

Buon bere a chi legge!!!

Che cosa sono i Distillati?

Sono bevande ottenute in seguito alla distillazione di un liquido, quasi sempre vegetale, in cui sono presenti zuccheri fermentati.

I Distillati vengono prodotti utilizzando frutta, vino, cereali, tubero o radici e sono miscele di acqua e alcol.

Una volta ho avuto il piacere di visitare la distilleria Capovilla a Rosà (VI) ed ho incontrato il Sig. Capovilla, persona unica e carica di passione per i suoi distillati, il quale mi disse io posso tirare fuori grappe di qualità da qualsiasi prodotto esiste in natura….ed è vero!!!!

La Distillazione risale ai tempi degli Egiziani e Babilonesi che li producevano dal vino e dal sidro, i Greci la usavano per ricavare acqua potabile dal mare e poi utilizzata dagli arabi e dai romani.

Nel medioevo a Salerno si utilizzava la distillazione per uso medicinale estraendo acquavite dal vino.

Tra il 1500 e 1600 i monaci iniziarono a utilizzare la distillazione per ricavare alcol e oli essenziali per curare, ed inseguito grazie al loro piacevole sapore iniziarono ad essere utilizzati per il consumo allegro.

In seguito i francesi iniziarono a produrre distillati di vino e nacquero il Cognac e l’ Armagnac, in Italia la nostra amata Grappa e in Spagna il Brandy.

In seguito si scopri che per dare ai distillati maggiore eleganza, fragranza, gusto e qualità bisogna farli invecchiare in barrique.

Nella Francia del Nord , Normandia, fece la sua presenza il Calvados che sarebbe un distillato di mele, nella zona dei Balcani troviamo lo Slilovitz conosciuto anche con il nome di Rakia distillato di prugne. In seguito fecero capolino il Whisky, il Gin e la Vodka grazie all’eccessiva produzione di cereali e patate.

Il Rum, proveniente dal Centro America, deve la sua nascita alla scoperta della canna da zucchero, mentre negli Stati Uniti videro la luce il Bourbon, il Corn ed il Rye Whisky derivati dalla segale e granoturco.

martedì 18 gennaio 2022

CENNI DI ENOLOGIA... I VINI ROSATI

I VINI ROSATI

Buon bere a chi legge!!!

I vini possono essere Rossi, Bianchi, Orange ed anche Rosè. Bene oggi vi parlerò dei questi ultimi.

I vini Rosati sono prodotti in tre modi:

1° vinificazione in rosso di uve rosse con bassa pigmentazione;

2° miscela di vino bianco o rosso o di uve bianche e rosse, procedimento vietato in Italia;

3° in bianco di uve rosse.

I vini rosati derivano da uve rosse che vengono lasciate a macerare con le bucce per poco tempo , in questo modo assorbono poco tannino.

Rispetto ai vini rossi sono poco corposi e leggeri al palato, ed anche il colore è meno intenso dei vini rossi.

Le tonalità dei colori di questi vini variano dal :

  • Rosa tenue che ricordano i petali della rosa;

  • Rosa cerasuolo il colore della ciliegia in fase di maturazione;

  • Rosa chiaretto si avvicina al colore rosso;

  • Buccia di cipolla il colore della buccia della cipolla color rame o della grondai appena installata.

( fonte scheda degustazione vini FISAR)

Una curiosità sull’etichettatura di questi vini arriva dall’America dove sull’etichetta viene riportata la dicitura ”white” seguito dal nome del vitigno utilizzato per fare vini rossi come il “White Zinfandel” che se lo si osserva è rosato. Questi rosè denominati “white” sono dolci .

PROCEDIMENTO DI PRODUZIONE

I vini rosati si ottengono attraverso la vinificazione in rosato, ovvero con una macerazione delle bucce con il mosto per tempi brevi, dalle 8 alle 30 ore a secondo dell’intensità del colore che si vuole ottenere, ma soprattutto in base alle tecniche di lavorazione e dal tipo di uve utilizzate. La lavorazione procede come per i vini bianchi. Come abbiamo scritto precedentemente si ottengono vini leggeri, poco tannici, discreta presenza di profumi e poco colorati.

QUANDO BERE UN ROSE’

Quando vi viene voglia di ghiaccio in un vino;

Nelle serate calde dove un rosso potrebbe essere impegnativo;

Salumi e piatti a base di carne di maiale e carni bianche;

Quando al ristorante lei sceglie pesce e lui carne;

Accompagnano i crostacei;

Come aperitivo va sempre bene.

PER FARSI UN IDEA DI COSA POTER BERE…

Esistono in commercio tante scelte per quanto riguarda i vini Rosati vi indico alcuni tra i più conosciuti:

  • Bardolino Chiaretto Doc;

  • Lagrein Kretzer Doc;

  • Oltrepò Pavese rosato Doc;

  • Garda Doc Classico Chiaretto;

  • Cerasuolo d’Abruzzo superiore Doc;

  • Tintilla del Molise Doc rosato;

  • Cirò Doc rosato;

  • Salice salentino Doc rosato;

  • Terre di Cosenza Doc rosato.


martedì 30 novembre 2021

RACCONTIAMO I NOSTRI FORMAGGI....MORLACCO P.A.T.

 “ Morlacco P.A.T.”

Buon Formaggio a chi legge!!!

Il Morlacco è un formaggio che viene prodotto 18 malgari tra i 1200 e i 1500 metri di altezza nell’area del Monte Grappa e comprende diversi comuni delle province di Vicenza, Treviso e Belluno,

Il Morlacco o Burlacco è un presidio Slow food ed è un formaggio che ha legato la sua origine al tempo passato dove una volta veniva fatto stagionare ricoperto dalle argille di Possagno o sotto al letame. Oggi viene fatta la stagionare nelle malghe del Monte Grappa.

E’ un formaggio magro, stagionatura breve, pasta molle ma con intensa aromaticità, uno dei pochi ad avere questa caratteristica.

La sua stagione di produzione va dal mese di giugno a settembre, si utilizza latte di vacca, di presenta con forma cilindrica a facce piane o leggermente convesse, del diametro che varia dai 30 ai 50 cm, con scalzo ( la parte laterale della forma) convesso e alto 10 cm circa, il peso della forma varia dai 4 ai 10 kg. La sua crosta è morbida, e presenta delle rigature date dai canestri in cui viene tenuta la forma ed è di colore giallo paglierino. La pasta è morbida, di colore bianco, con un occhiatura fitta e dimensione media fine, ben distribuita.

Si produce lasciando il latte della munta serale a scremare per affioramento ed il mattino successivo fatto riscaldare ad una temperatura di 35-40° e viene aggiunto il caglio di vitello. La cagliata presamica, viene rotta alle dimensioni di una noce, per poi essere agitata e riscaldata a 39°-40°. L’estrazione avviene in canestri o fuscelle canestrate. In seguito viene effettuata la salatura o in salamoia o a secco. Periodo minimo di maturazione 20 giorni.

Formaggio da mangiare con la polenta ma si può utilizzare anche come ripieno per i gnocchi

Come viene fatto il formaggio

Parte 2: I Vitigni del Piemonte - Bacca Rossa e Bacca Bianca

  Il Piemonte, culla di tradizione vinicola, è ricco di vitigni autoctoni e internazionali, che contribuiscono alla produzione di alcuni dei...