sabato 3 agosto 2024

UVALINO: Il piccolo vitigno che sta conquistando il Piemonte

 Siamo in Piemonte, esattamente nel Monferrato. È qui che abbiamo modo di incontrare dei grappoli di medio-piccole dimensioni, compatti, con acini piccoli e dalla buccia spessa di colore blu-nero. Il nome di questo vitigno è conosciuto come "Uvalino".



Questo vitigno ha una storia antica ma è stato riscoperto solo recentemente. Quasi scomparso negli anni '80, è stato riportato alla luce grazie all'impegno di alcuni viticoltori locali che lo hanno recuperato e rivalutato. L'origine del suo nome deriva probabilmente dalle dimensioni ridotte dei suoi acini.

Si racconta che un tempo era considerata una bottiglia preziosa da regalare alle autorità e personalità locali come il dottore, il podestà, il farmacista e il prete.

È un vitigno le cui caratteristiche e note aromatiche presentano un alto contenuto di tannini, una buona acidità ed è ricco di antociani e polifenoli. Per quanto concerne le note aromatiche, richiamano frutti di bosco, in particolare mirtilli e more. Inoltre, sono da apprezzare note balsamiche e speziate.

Questa varietà di uva ha attirato l'interesse dei viticoltori non solo per la capacità di creare dei vini di qualità, ma per la sua resistenza alla Botrytis cinerea e per l'elevata presenza di resveratrolo sulla buccia.

Tipologia di vini:

L'Uvalino viene utilizzato principalmente per produrre vini rossi strutturati e longevi. Può essere vinificato in purezza o in blend con altri vitigni locali come Barbera e Freisa. 

I vini prodotti con Uvalino tendono ad avere:

  • Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei

  • Buona struttura tannica

  • Potenziale di invecchiamento

  • Profumi di frutti rossi e neri, con note speziate

Un'azienda di Costigliole d'Asti, Cascina Castlèt, ha sostenuto una ricerca universitaria per la sua reintroduzione e oggi è l'unica azienda con un paio di ettari di questa varietà in coltura. Con uve di uvalino in purezza produce alcune migliaia di bottiglie.


Il loro vino a base di Uvalino si chiama "UCELINE" e qui riportiamo la loro descrizione:


 “Mi chiamano Uceline. Sono il volo di un piccolo stormo di uccelli che partono per terre lontane dopo la vendemmia o tornano con la primavera dopo aver passato l’inverno nelle terre calde d’Africa. Lascio spazio all’immaginazione e ai sogni. Ero rimasto in fondo ai filari e si erano dimenticate le mie virtù. Uvalino è il nome della mia uva. Pareva un diminutivo, un vezzeggiativo che si regala ai piccoli. Gli uccellini all’alba becchettano i miei acini maturi. Loro non avevano mai smesso di sapere quanto valevo. Tenacia e ricerca, anno dopo anno, mi hanno fatto tornare grande tra i grandi. Ho forza straordinaria di vulcano che si ridesta. Ho il gusto intenso che viene da terre antiche. Radici profonde, foglie assetate di sole, grappoli che maturano quando l’autunno entra nell’inverno e le nebbie sfumano il rosso intenso dei filari. Non ho superbia, ma la certezza di saper conquistare chi capirà tutta la mia storia. Sono serviti i racconti dei vecchi e la loro memoria. E’ servita la capacità dei giovani e la loro nuova conoscenza per scoprire che faccio bene e parlo al cuore. Ho in me, più degli altri vini rossi, un componente che, in altri tempi, avrebbero definito pozione magica. Il suo nome è difficile da ricordare: resveratrolo e la scienza dice che “pulisce” il sangue. Eccomi pronto a dimostralo.”

È importante notare che l'Uvalino rimane un vitigno di nicchia, coltivato su superfici limitate. La sua riscoperta fa parte di un più ampio movimento di valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani.

Vale la pena andare a provare questo vitigno di nicchia dalla rara produzione.

Buon bere a chi legge!




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