GARGANEGA
I Vini ed i Formaggi sono portatori sani di storia, cultura e sapori. Sono tra i descrittori naturali di un territorio. Un territorio fatto da uomini e donne, tutti con le loro storie, le loro famiglie e la loro fatica per riuscire a fare emergere le singole realtà locali. Presenteremo i Vini ed i Formaggi di questa meravigliosa terra, facendovi conoscere le cantine, i caseifici, i viticoltori e casari che ci regalano innumerevoli emozioni.
mercoledì 12 maggio 2021
RACCONTIAMO I NOSTRI VITIGNI AUTOCTONI......
giovedì 29 aprile 2021
Cirò
I luoghi del Gaglioppo
di
Giorgio Fogliani
Possibilia Editore
Buon bere a chi legge!
Denominazione faro della Calabria ionica, Cirò sta vivendo una nuova primavera, sospinta da un terroir di valore e da una coraggiosa generazione di vignaioli.
Tre millenni di viticoltura pressochè ininterrotta hanno plasmato l'identità di un territorio e di una comunità ad esso legata da una grande passione e senso di appartenenza.
Passeggiando tra le righe di questo testo, l'autore ci guida alla scoperta di Cirò, in un itinerario che ci porterà dalle asciutte colline argillose dell'entroterra ai floridi vigneti della costa ionica, senza dimenticare gli aspetti storici e sociali.
Il Gaglioppo ed il Greco Bianco sono le uve protagoniste dei tre colori del territorio, conosciuto negli anno ottanta grazie alla famiglia Librandi.
Il Gaglioppo, a lungo erroneamente chiamato amche magliocco, risulta essere un possibile incrocio di sangiovese e mantonico bianco, un vitigno autoctono della Locride, parentela che o renderebbe fratello del nerello mascalese e forse del frappato.
Giorgio Fogliani nato a Palermo nel 1988 e cresciuto a Verona, ha studiato il greco antico e moderno. Dottore di ricerca in linguistica, dopo un periodo trascorso in Francia ha iniziato ad appassionarsi la vino. Vive a Milano dove collabora con alcune riviste e case editrici di ambio enogastronomico.
Buon bere a chi legge!!!!
mercoledì 21 aprile 2021
STORIE, LEGGENDE ED ANEDDOTI SUL VINO......
TINTILIA
Il vino degli innamorati
Buon bere a chi legge!!!
Fino al 1963 si riteneva che le sue origini fossero abruzzesi, ma poi ricercatori e studiosi ne confermarono le origini molisane.
Lo chiamano il "Vino degli Innamorati" perchè la leggenda vuole che intorno all’anno 1300, il primogenito del Conte Carafa si innamori della bellissima figlia di un Luogotenente dell'esercito Borbonico di origini spagnole.
I giovani si piacciono fin da subito, il loro è un amore sincero carico di tutte quelle emozioni che regalano solo felicità nei cuori di coloro che ne vengono colpiti. Decidono di consacrare la loro unione, con uno stupendo matrimonio seguito da un altrettanto fastoso banchetto. Il vino che venne servito ai commensali durante il banchetto nuziale proveniva dalla Spagna e subito tutti lo apprezzarono restandone molto colpiti per il suo intenso e forte color rosso rubino.
Poco tempo dopo il matrimonio la giovane sposa fu colpita da una grave malattia che la portò alla morte. Il giovane Conte distrutto dal dolore non sapeva come fare per mantenere legato a lui il ricordo, voleva che ci fosse un qualcosa di simbolico, di significativo che potesse far comprendere la loro passione. Rammentò di quel vino, che la sua giovane moglie apprezzava e decantava, dicendogli che era come “ Nostro amore rosso come la passione e forte ed intenso come il Nostro desiderio”.
Decise di impiantare le barbatelle di Tintilia nei suoi poderi nei terreni dell’Agro di Ferrazzano tra i comuni di Mirabello e Gildone. Non sapremo mai se è vera questa storia, o se lo è solo in parte ma credo che sia bello bere un calice di Tintilia e cercare di carpire l’essenza dell’amore di quei due giovani sposi.
Se vi è piaciuta questa storia condividetela e cliccate su mi piace.
E come sempre Buon bere a chi legge!
venerdì 9 aprile 2021
IL GIRO DEL MONDO CON IL CALICE IN MANO.... FRANCIA prima parte
FRANCIA
- Premier Cru;
- Deuxième Cru;
- Troisième Cru;
- Quartième Cru;
- Cinquième Cru.
- Premièr Cru Supérieur classè;
- Premièr Cru classé;
- Deuxièm Cru Classe.
- Premièr Grand Cru classè;
- Gran Cru classè;
- Grand Cru.
mercoledì 31 marzo 2021
La Degustazione ...alcune caratteristiche della valutazione visiva di un vino....
LA TORBIDITA' E LIMPIDEZZA
E
LE LACRIME DEL VINO
giovedì 25 marzo 2021
ENOLOGIA....I VINI ORANGE!!!
ORANGE WINE
Buon bere a chi legge!!!
Che cosa sono gli #orange wine?
Sono vini che fino a qualche anno fa non erano molto apprezzati dai consumatori e considerati un prodotto di nicchia, ma oggi stanno diventando un prodotto di moda apprezzati inizialmente nei wine bar londinesi ed oggi ricercati in diversi parti del mondo come Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti e Austria.
Si tratta di una particolare qualità di vini bianchi che vengono vinificati come dei vini rossi, cioè lasciati a macerate sulle bucce. Proprio per questa particolarità le uve devono provenire da agricoltura biologica o biodinamica, dovendo ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche per garantire la genuinità del vino.
Il lungo contatto delle bucce, dapprima con il mosto ed in un secondo tempo con il vino contribuisce a creare una corposità di aroma e gusto, che regala un bouquet intenso ed aromatico con note fruttate ed erbacee. Sono vini adatti ad invecchiamenti medio lunghi.
Il processo di macerazione varia da pochi giorni a diversi mesi, in modo che il vino possa acquisire polifenoli, tannini e sostanze aromatiche responsabili del colore orange, che è un giallo arancio con sfumature ambrate che si vanno sempre più ad evidenziare in presenza di un affinamento in legno. Durante la vinificazione bisogna prestare molta attenzione, in quanto i rischi di ossidazione sono molto elevati.
Questa tipologia di vini sono prodotti in diverse regioni italiane tra cui Liguria, Emilia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In quest’ultima regione troviamo il padre italiano dei vini orange Josko Gravner, la cui cantina merita di essere visitata.
Ma dove sono nati questi vini?
Hanno visto la luce in Georgia, culla della viticultura mondiale, dove venivano fatti macerare in contenitori chiamati Kvevri che erano molto simili alle anfore di argilla che vengono utilizzate oggi.
Sono vini ideali per la cucina orientale specialmente quella giapponese. Possiamo abbinarli a pietanze a base di pesce crudo o affumicato, a carni bianche e piatti a base di verdure. Temperatura di servizio intorno ai 15° per esaltarne gli aromi.
lunedì 22 marzo 2021
LO STRILLONEEEEE!!!
Buon formaggio a chi legge!!!
Formaggi
Italiani, un chip per la qualità, con l’ intento di
migliorare
grazie alla tecnologia la leadership a livello
mondiale!!
Si
chiama Pro Caseus, il microprocessore che permette di utilizzare un
latte migliore in grado di prevedere le
abitudini di un bovino, cercando di controllare le caratteristiche e le qualità del latte, con l'intento di ottenere formaggi alta qualità.
Questo risultato si deve all’Università di Padova ed all’ Intermizoo di Padova.
mercoledì 10 marzo 2021
Caciotta Castellina
Questa Caciotta Veneta , viene prodotta con latte vaccino crudo, sale e caglio di vitello.
E’ l’interpretazione di come poteva essere il formaggio che si produceva nel medioevo.
Si presenta di forma cilindrica con crosta leggermente rugosa di color arancio ocra, viene prodotta con latte vaccino crudo, lasciato prima della lavorazione ad acidificare per 24 ore a temperatura ambiente.
La maturazione dura da un minimo di 2 mesi per il fresco, ad un massimo di 6 mesi per il semi stagionato e confezionata in carta di paglia. La possiamo assaporare con miele e noci ed un bel calice di vino passito.
Lo abbiamo definito un “ formaggio del medioevo” dovuta alla sua semplicità nella produzione, proprio come una delle tante leggende che accompagnano la nascita dei formaggi.
Si racconta di un giovane mercante arabo che doveva attraversare il deserto per portare al mercato le sue stoffe. Prima di partire la mamma del giovane mercante gli fece caricare scorte di cibi per il lungo viaggio che doveva affrontare. Tra queste cibarie c’era il latte, che il giovane anziché portarlo all’interno di un otre di terra cotta, decise di versarlo in una bisaccia ricavata dallo stomaco di una pecora in quanto era meno ingombrante e più maneggevole.
Giunto al mercato il giovane mercante, si rese conto che aveva consumato tutte le scorte di cibo ma che si era scordato del latte. Ormai era certo che, tutto quel tempo al caldo e gli scossoni dati dall’andatura del cammello, avrebbe dovuto gettare via il latte. Quando prese la bisaccia restò stupito nel vedere che non se ne era persa nemmeno una goccia, ma anzi osservò che il latte si era solidificato ed aveva un color giallo ed un gradevole profumo.
lunedì 8 marzo 2021
LA BIRRA ....parte seconda
COME SI FA LA BIRRA
Buon bere a chi legge!!!
La produzione della Birra si sviluppa attraverso diversi passaggi e gli ingredienti sono l’acqua ed il malto d’orzo, ma il malto si può ottenere anche da altri cereali come mais, frumento e segale.
I cereali vengono scelti e sottoposti a lavaggio e lasciati per tre o quattro giorni in recipienti pieni di acqua, che sono le vasche di macerazione dove si alterna l’immersione con soste all’aria aperta per permetterne l’ossigenazione. In questo modo si permette la germinazione e si viene a formare una radichetta. Il prodotto che si ottiene si chiama malto verde.
La germinazione dura dai 7 agli 11 giorni e si deve arrestare non appena si vede spuntare la gemma nel chicco, con l’intento di non perdere gli zuccheri che si sono formati al suo interno.
La germinazione viene bloccata tramite l’essiccazione e la tostatura.
L’essiccazione si pratica con aria calda a 50-60° fino ad arrivare a 80-90°.
La tostatura raggiunge temperature di 110°, ed in base alle temperature di tostatura possiamo
classificare le varie tipologie di malto, alcune delle quali sono:
Malto Chiaro tostatura a circa 40° è utilizzato per la produzione di pilsen e ale chiare;
Malto Ambrato statura fino a 85° che rilascia alla birra in colore di ambra;
Malto Cristallino si ottiene alzando rapidamente la temperatura da 40 °a 100°;
Malto Colorante tostatura vicina ai 200° per produrre birre scure;
Malto Scuro si arriva quasi a farlo bruciare e si ottengono sapori amari, caratteristici delle birre porter e stout.
Quindi il malto viene pulito e successivamente macinato con acqua fredda che viene in seguito riscaldata per fare in modo che l’amido si trasformi in zucchero. Adesso il malto si è trasformato in mosto.
Il mosto viene messo in caldaie per sottoporlo a cottura per circa due ore , ed i tempi di cottura determinano i tipi di birra che si vogliono ottenere. Il mosto può essere cotto per infusione da dove si ottengono birre con aromi meno intensi, cotto per decozione per ottenere birre scure e corpose. In questa fase viene aggiunto il luppolo per determinarne il gusto, controllare la crescita batterica e stabilizzare la schiuma.
Il mosto cotto va raffreddato e sottoposto a fermentazione.
Esistono tre metodi di fermentazione:
Lagher , birra a bassa fermentazione portando il malto ad una temperatura inferiore ai 10°;
Ale, birra ad alta fermentazione portando il malto ad una temperatura tra i 15-20°.
Spontanea una fermentazione senza l’aggiunta di lieviti selezionati ma che vengono catturati lieviti che sono presenti nell’aria. E’ il metodo di produzione delle Lambic.
Per produrre birre Lagher e Ale devono essere selezionati lieviti adatti alle specifiche fermentazioni. I lieviti sono responsabili della trasformazione degli zuccheri e degli aminoacidi in alcol, aromi ed anidride carbonica. Le cue famiglie di lieviti utilizzate per produrre le birre sono:
Saccaromyces Cerevisiae;
Saccaromyces Carlsbergensis
Le birre ottenute vengono poste in tini di maturazione in acciaio, per 4 o 5 settimane ad una temperatura che varia dai 0° ai 2°.
Ultima fase la filtrazione ed il confezionamento.
martedì 2 marzo 2021
QUIZ!!! mettevi alla prova!!
CONOSCI IL MONDO DEL VINO?
METTITI ALLA PROVA
CON IL TEST BREVE
CHE HO PREPARATO PER TE!!!!
RICEVERETE SUBITO IL RISULTATO!!!!!
giovedì 25 febbraio 2021
STORIE DEI GRANDI ENOLOGI
ALBERTO ANTONINI
Buon bere a chi legge!!
E’ nato a Cerreto Guidi nella provincia di Firenze il 10 giugno del 1959, winemaker ed enologo di fama internazionale.
Laureato in scienze agraria all’Università di Firenze , con una tesi sui vitigni autoctoni in via di estinzione. La sua formazione accademica continua all’Università di Bordeaux in Francia e all’ Università di Davis in California.
Considerato tra gli enologi più influenti ed esperti, tra coloro che hanno cambiato il mondo del vino, ha collaborato con le maggiori aziende vitivinicole italiane e nel mondo.
Le sue collaborazioni vanno da Frescobaldi, Tenuta Col d’Orcia e Marchesi Antinori in Italia, consulente da Castello de Bossi a Poggio Landi, da Cantine Settesoli a Dievole da Concha Y Toro a Garzòn.
Il suo processo di produzione si basa sulla definizione che dietro ai vitigni più belli e longevi c’è il lavoro dei contadini, perché la viticoltura per riuscire ad affrontare le sfide del presente e del futuro deve guardare al passato e raccogliere tutte quelle conoscenze che oggi molti credono superate.
Il suo concetto di viticoltura è studiare, esaminare e conoscere profondamente il territorio, il clima e le persone che vivono quella realtà, quindi far nascere vini esclusivamente da vitigni autoctoni e ritrovare nel calice radici, tradizioni e sapori. Inoltre è contrario all’uso della barrique che considera invasiva perché annichilisce l’autenticità del vino, in quanto fa perdere al vino energia e vitalità.
Parte 2: I Vitigni del Piemonte - Bacca Rossa e Bacca Bianca
Il Piemonte, culla di tradizione vinicola, è ricco di vitigni autoctoni e internazionali, che contribuiscono alla produzione di alcuni dei...
-
Il Piemonte è una delle regioni più rinomate in Italia per la produzione di vini di qualità, ...
-
Il Piemonte, culla di tradizione vinicola, è ricco di vitigni autoctoni e internazionali, che contribuiscono alla produzione di alcuni dei...











