I Vini ed i Formaggi sono portatori sani di storia, cultura e sapori. Sono tra i descrittori naturali di un territorio. Un territorio fatto da uomini e donne, tutti con le loro storie, le loro famiglie e la loro fatica per riuscire a fare emergere le singole realtà locali. Presenteremo i Vini ed i Formaggi di questa meravigliosa terra, facendovi conoscere le cantine, i caseifici, i viticoltori e casari che ci regalano innumerevoli emozioni.
venerdì 4 ottobre 2024
Un breve viaggio in Spagna
sabato 10 agosto 2024
La classificazione dei formaggi
CLASSIFICAZIONE DEI FORMAGGI
Un argomento che viene poco trattato sulle riviste o pubblicazioni varie è la conoscenza delle basi di classificazione dei formaggi.
Conoscere quali tipologie di formaggi esistono, come vengono suddivise e in base a quali criteri, è fondamentale per poi comprenderne a fondo le caratteristiche organolettiche dei singoli prodotti caseari.
Pertanto andiamo a conoscere le caratteristiche che danno il corpo al formaggio, sono i tratti che li contraddistinguono uno dall’altro.
Le varie classificazioni che andremo a presentare si combinano tra di loro e ne rappresentano un unicità nel prodotto finale.
I formaggi si dividono inizialmente per la tipologia di latte che viene utilizzato:
Caprino
Ovino
Vaccino
Bufalino
questi danno origine a 5 tipologie di famiglie:
Formaggi caprini ( latte di capra)
Formaggi pecorini ( latte di pecora)
Formaggi vaccini ( latte di vacca)
Formaggi bufalini ( latte di bufala)
Formaggi a latte misto.
Il secondo passaggio in base alla coagulazione ed avremo tre tipologie:
Coagulazione lattica (acida)
Coagulazione presamica (caglio)
Coagulazione mista ( acido-presamica)
Il terzo passaggio della classificazione è determinato dai grassi presenti nel formaggio, pertanto avremo:
Formaggi grassi ( oltre il 42% di grassi)
Formaggi semigrassi (tra il 20% e il 42% di grassi)
Formaggi magri (inferiore al 20%)
Il quarto passaggio della classificazione è determinato dal contenuto di acqua:
ormaggi a pasta dura meno del 40% di acqua
Formaggi a pasta semidura fra il 40-45% di acqua
Formaggi a pasta molle fra il 45 e 60% di acqua
Il quinto livello di classificazione in base alla tecnica di produzione ovvero dal trattamento che viene applicato dal casaro alla cagliata:
a pasta cruda dopo la rottura la cagliata non viene cotta
a pasta semicotta dopo la rottura la cagliata viene cotta a temperature inferiori ai 48°
a pasta cotta la cagliata rotta viene cotta a temperature comprese tra i 48-56°
a pasta filata la cagliata per qualche ora, viene lasciata nel sieri caldo e acido e poi lavorata e tirata a mano
erborinati sono presenti delle venature di colore verde e blu che si sviluppano in modo naturale, oppure create forando le forme
a crosta fiorita si viene a formare sulla superficie dei formaggi una muffa bianca ed è una caratteristica dei formaggi a pasta molle, come il Brie o Camembert
a crosta lavata sono formaggi dove la crosta è lavata periodicamente con soluzioni di acqua e sale (Taleggio) oppure con soluzioni idroalcoliche. Sono formaggi a pasta molle


Freschissimi consumarsi entri 48 -72 ore
Freschi da consumarsi entro pochi giorni
Semi-stagionati fino a un mese di maturazione
Stagionati da uno a sei mesi di maturazione
Molto stagionato oltre i 6 mesi di maturazione.
Altro passaggio, ma non meno importante, è la classificazione per zona di origine:
D.O.P. Denominazione di Origine Protetta che identifica un territorio per le sue materie prima e per la conoscenza artigianale dei casari.
I.G.P. Indicazione Geografica Protetta non vincola le fasi del processo di produzione ad una specifica zona geografica
S.T.G. Specialità Tradizionale e Garantita da una maggiore importanza al concetto di territorialità e pretende il rispetto del Disciplinare di produzione
Prodotto di Montagna indica che le materie prima provengono da luoghi di montagna.
In conclusione, la classificazione dei formaggi è un sistema complesso e articolato che riflette la ricchezza e la diversità di questo alimento millenario. Dalle caratteristiche del latte alla tecnica di produzione, dal contenuto di grassi al periodo di stagionatura, ogni aspetto contribuisce a definire l'unicità di ciascun formaggio.
Questa classificazione non solo aiuta i consumatori a orientarsi nella vasta offerta di prodotti caseari, ma rappresenta anche un importante strumento per i professionisti del settore. Conoscere a fondo queste categorie permette di apprezzare meglio le qualità organolettiche di ogni formaggio, di comprenderne l'origine e il processo produttivo, e di valorizzarne al meglio l'utilizzo in cucina e nell'abbinamento con altri cibi e bevande.
Inoltre, le denominazioni come DOP, IGP e STG sottolineano l'importanza del legame tra il formaggio e il suo territorio d'origine, preservando tradizioni secolari e garantendo al consumatore prodotti di qualità certificata.
La comprensione di questo sistema di classificazione non solo arricchisce la nostra conoscenza gastronomica, ma ci permette anche di apprezzare pienamente la cultura e la tradizione che si celano dietro ogni.
venerdì 9 agosto 2024
VI RACCONTO UNA STORIA ......CHE PARLA DEL VINO
IL VIAGGIO INIZIA
Non bevevo, o meglio bevevo il Bonarda, il Lambrusco amabile quello bello fresco e dolce, ma non sapevo nulla dei DOCG, DOC e IGT.
Non bevevo con cognizione, non assaporavo il gusto, l’aroma, il profumo. Bevevo solo con la pancia, mi bastava sentire che il vino fosse dolce, freddo e chi se ne fregava che il sapore del cibo coprisse il vino o che il vino coprisse il cibo.
Il sommelier era una figura importante, ma non ne conoscevo le competenze ed oltre a versare il vino cosa faceva?.
Poi un giorno passeggio per le meravigliose vie di Treviso, ed arrivo davanti ad un enoteca.
Mi fermai ad osservare la vetrina.
Tutte quelle bottiglie, mi sembravano tante persone più o meno snelle o panciute.
Alte, basse, ben vestite, chi con color giallo, rosso, blu, oro e decorate con belle scritte dai caratteri più stravaganti.
Ed i loro nomi mi iniziarono ad incuriosire....Amarone, Brunello di Montalcino, Negramaro, Nero d’Avola.
Pensai chissà che caratteraccio deve avere uno che si chiama Amarone o Nero d’Avola. Sorrisi e mi voltai per riprendere la mia passeggiata.
All’improvviso, passando davanti all’ingresso del negozio, incrocio il mio passo con un signore alto, calvo, dal naso imponente su cui stavano appollaiati un paio di occhiali. Mi osservava con sguardo indagatore. Mi scusai per averlo quasi colpito, lui mi sorrise e con la mano afferrò il mio braccio.
<< Ma scusi cosa sta facendo?>> domandai
<< Mi stavo chiedendo come mai, non senta il desiderio di entrare nel mio negozio. Ho notato che stava osservando divertito la mia vetrina!...venga dentro, senza timore!....le presento qualche amico e le racconto le loro storie>>.
Provai a fare resistenza ma il mio sguardo spazio all'interno del locale. Su ogni scaffale c’erano riposte in ordine per colore e forme, tantissime bottiglie.
<< Forza!, non abbia timore si sieda>> continuò il Signore, indicandomi uno sgabello vicino al bancone.
Da dietro al bancone tirò fuori una scatola in legno, con su scritto, in modo rudimentale , “SAGACITAS!!!”.
sabato 3 agosto 2024
UVALINO: Il piccolo vitigno che sta conquistando il Piemonte
Siamo in Piemonte, esattamente nel Monferrato. È qui che abbiamo modo di incontrare dei grappoli di medio-piccole dimensioni, compatti, con acini piccoli e dalla buccia spessa di colore blu-nero. Il nome di questo vitigno è conosciuto come "Uvalino".
Questo vitigno ha una storia antica ma è stato riscoperto solo recentemente. Quasi scomparso negli anni '80, è stato riportato alla luce grazie all'impegno di alcuni viticoltori locali che lo hanno recuperato e rivalutato. L'origine del suo nome deriva probabilmente dalle dimensioni ridotte dei suoi acini.
Si racconta che un tempo era considerata una bottiglia preziosa da regalare alle autorità e personalità locali come il dottore, il podestà, il farmacista e il prete.
È un vitigno le cui caratteristiche e note aromatiche presentano un alto contenuto di tannini, una buona acidità ed è ricco di antociani e polifenoli. Per quanto concerne le note aromatiche, richiamano frutti di bosco, in particolare mirtilli e more. Inoltre, sono da apprezzare note balsamiche e speziate.
Questa varietà di uva ha attirato l'interesse dei viticoltori non solo per la capacità di creare dei vini di qualità, ma per la sua resistenza alla Botrytis cinerea e per l'elevata presenza di resveratrolo sulla buccia.
Tipologia di vini:
L'Uvalino viene utilizzato principalmente per produrre vini rossi strutturati e longevi. Può essere vinificato in purezza o in blend con altri vitigni locali come Barbera e Freisa.
I vini prodotti con Uvalino tendono ad avere:
Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei
Buona struttura tannica
Potenziale di invecchiamento
Profumi di frutti rossi e neri, con note speziate
Un'azienda di Costigliole d'Asti, Cascina Castlèt, ha sostenuto una ricerca universitaria per la sua reintroduzione e oggi è l'unica azienda con un paio di ettari di questa varietà in coltura. Con uve di uvalino in purezza produce alcune migliaia di bottiglie.
Il loro vino a base di Uvalino si chiama "UCELINE" e qui riportiamo la loro descrizione:
“Mi chiamano Uceline. Sono il volo di un piccolo stormo di uccelli che partono per terre lontane dopo la vendemmia o tornano con la primavera dopo aver passato l’inverno nelle terre calde d’Africa. Lascio spazio all’immaginazione e ai sogni. Ero rimasto in fondo ai filari e si erano dimenticate le mie virtù. Uvalino è il nome della mia uva. Pareva un diminutivo, un vezzeggiativo che si regala ai piccoli. Gli uccellini all’alba becchettano i miei acini maturi. Loro non avevano mai smesso di sapere quanto valevo. Tenacia e ricerca, anno dopo anno, mi hanno fatto tornare grande tra i grandi. Ho forza straordinaria di vulcano che si ridesta. Ho il gusto intenso che viene da terre antiche. Radici profonde, foglie assetate di sole, grappoli che maturano quando l’autunno entra nell’inverno e le nebbie sfumano il rosso intenso dei filari. Non ho superbia, ma la certezza di saper conquistare chi capirà tutta la mia storia. Sono serviti i racconti dei vecchi e la loro memoria. E’ servita la capacità dei giovani e la loro nuova conoscenza per scoprire che faccio bene e parlo al cuore. Ho in me, più degli altri vini rossi, un componente che, in altri tempi, avrebbero definito pozione magica. Il suo nome è difficile da ricordare: resveratrolo e la scienza dice che “pulisce” il sangue. Eccomi pronto a dimostralo.”
È importante notare che l'Uvalino rimane un vitigno di nicchia, coltivato su superfici limitate. La sua riscoperta fa parte di un più ampio movimento di valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani.
Vale la pena andare a provare questo vitigno di nicchia dalla rara produzione.
Buon bere a chi legge!
domenica 28 luglio 2024
PARLIAMO DI CANTINE ........PAOLO ROSSI NON SOLO IL CALCIO......
AZIENDA AGRICOLA POGGIO CENNINA
Parte 2: I Vitigni del Piemonte - Bacca Rossa e Bacca Bianca
Il Piemonte, culla di tradizione vinicola, è ricco di vitigni autoctoni e internazionali, che contribuiscono alla produzione di alcuni dei...
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Il Piemonte è una delle regioni più rinomate in Italia per la produzione di vini di qualità, ...
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